Osservo gli schermi tri-d. Il Raptor senza insegne è ormai una massa compatta che incombe su di noi. Vicinissima. Mortale. Lo spazio cosmico è diventato un cielo metallico, irto di protuberanze. Confermo, immettendo i codici previsti e ripetendo l’intera procedura, come vuole la prassi.- Azione avviata – torna la voce del Cervello Guida. – Resto in attesa.È fatta. Sono pronto. Pronto a decidere per tutti. Pronto a fare di me stesso un assassino liberatore. Il Bozzolo mi isola dal resto della nave, ma la mia fantasia è sempre vigile e crudele. Non vedo e tuttavia immagino. Nelle cupole e sui ponti panoramici, il Raptor senza insegne è diventato ormai un tutt’uno con noi. Loro sono qua. Sulla “Orion” nessuno nutre più illusioni. Nel momento in cui si sono imbarcati, i passeggeri hanno dovuto prendere visione della Procedura Finale e sottoscriverne l’accettazione. Tutti sanno ciò che potrebbe accadere e si chiedono cosa farò. Il defender combatterà ancora? Aspetterà che loro abbordino il trasporto e perforino lo scafo per guadagnare tempo, nell’estrema speranza che i soccorsi arrivino all’ultimo istante? Darà l’ordine di autodistruzione in anticipo, ponendo fine a ogni attesa? Chiusi nelle cuccette a nido, i passeggeri stanno aspettando che io decida per tutti. E loro? Cosa stanno aspettando loro?

Nelle ultime ore devono aver seguito le mie manovre diversive in un crescendo di soddisfazione. Gli inutili cambiamenti di rotta, il lancio delle mine a ricerca, la mia voce che implorava soccorso devono averli divertiti fino alle lacrime. Hanno sempre saputo che la “Orion” non avrebbe potuto sfuggire alla caccia. Hanno sempre saputo che la nostra era la fuga disperata di un granello di polvere fra le stelle. Hanno riso di noi, nelle ultime ore, pregustando il massacro? Oppure si sono preparati all’azione con l’indifferenza di un macellaio? Sono ancora uomini? Hanno ancora la capacità di sentire?

Allontano il pensiero. Non ha alcuna importanza, perché ecco … all’improvviso è arrivato il momento.

Il tonfo delle trivelle magnetiche che s’incollano alle paratie esterne mi raggiunge come un rimbombo cupo, lontano. Sento lo stridio dei laser. Il vibrare del metallo. Hanno cominciato a perforare lo scafo. Un calcolo approssimativo mi dà circa un’ora. Poi loro saranno dentro e comincerà il bagno di sangue. La Piaga che avevo scelto è ancora lontana e nessun Intercettatore ha risposto alle nostre richieste di soccorso. Le mie manovre ci hanno fatto guadagnare solo un po’ di tempo. La “Orion” è perduta. Tra poco inizierà il massacro. Chiuso nel Bozzolo, io non vedrò nulla. Ma la mia fantasia è viva e crudele. In realtà, alla fine, sarò l’unico ad aver vissuto ogni attimo del dramma fino in fondo. L’unico a ricordare per un po’.

Sfioro la tastiera e ordino l’Azione Finale. Lungo la fiancata destra della “Orion” le paratie mobili scendono di colpo, tutte insieme. Il lampo silenzioso della prima bordata s’infrange sul Raptor come un maglio. La distanza è minima. L’effetto dei Globi Nova è devastante. Vedo il metallo che si contorce, rosseggiando. Vedo cupole e protuberanze che volano via, perdendosi nel vuoto cosmico come falene senza ali. I rampini magnetici saltano. La nave da razzia prende ad allontanarsi, roteando su se stessa, come respinta dalla mano di un gigante. Non le concedo tregua. Ordino la seconda bordata e resto là, a fissare gli schermi tri-d, dove il Raptor senza insegne si accartoccia nell’agonia. Terza bordata. Quarta bordata. I Globi Nova lo stanno demolendo, colpo su colpo, come il fuoco di un Dio collerico e vendicativo. Non provo alcuna pietà, per loro. Come loro non avrebbero provato pietà per noi. Rimango a osservare. Solo quando la distruzione è quasi completa mi concedo un attimo di catarsi emotiva.

- Qui Nave Cacciatrice “Orion” ! – grido nel t-master. – Missione compiuta ! 

È una cosa stupida, estremamente infantile. Sulla “Orion” non c’è nessuno, a parte me. Sono solo. Le mie grida si stanno perdendo nel dedalo di corridoi deserti e cabine vuote. Ma fuori, in quell’ammasso metallico che si contorce nel fuoco, c’è chi in grado di sentirmi. Non posso fare a meno di gridargli il mio odio.

- Missione compiuta!

Urlo finché ho fiato. Poi sfioro la tastiera virtuale e cambio rotta. Ho abbattuto un demonio, ma nelle profondità dello spazio ce ne sono altri. Altri che mi aspettano. Nei tri-d, il Raptor si sta perdendo nella notte cosmica. Le mie bordate l’hanno devastato. C’è ancora qualcuno, a bordo? Qualcuno in grado di ascoltarmi? Non lo so. Ma l’odio che mi ribolle dentro ha bisogno di un bersaglio.