Il titolo, per ora non definitivo, è 29 settembre, come la famosa canzone di Lucio Battisti e dell'Equipe 84. L'anno, in cui il poliziotto Marco Rivoli viene catapultato dopo un incidente, sarà il 1976.

Stiamo parlando della versione italiana di Life On Mars, la fortunatissima serie inglese con Philip Glenister e John Simm, due stagioni alle quali sono seguite due stagioni del "seguito" ideale Ashes to Ashes, e poi una versione americana con Jason O’Mara e Harvey Keitel (non rinnovata, purtroppo, dopo la fine della prima stagione) e una serie spagnola attualmente in programmazione su Antena 3, La chica de ayer ("La ragazza di ieri", anche questo titolo preso da una famosa canzone di Antonio Vega).

La chica de ayer, versione spagnola di Life On Mars
La chica de ayer, versione spagnola di Life On Mars
Poco adatta a essere esportata all'estero così com'è, a causa della sua natura fortemente localizzata (la versione inglese è parlata con strettissimo accento mancunian), la serie è invece l'ideale per essere trasposta in diversi contesti nazionali.

Il 18 maggio scorso si è svolto a Roma, in apertura del RomaFictionFest, un incontro con il creatore della serie originale, Ashley Pharoah. Per l'occasione Andrea Purgatori, creatore della versione italiana, ha parlato del progetto. "Ho avvicinato questa serie con grande rispetto – ha esordito Purgatori – perché l’ho trovata costruita come una macchina che non andava smontata, che prevedeva immediatamente un codice di rapporto con lo spettatore e ho capito che se avessi modificato questo codice avrei potuto sicuramente andare da qualunque parte ma non avrei potuto mantenere la tensione che la storia ha."

Rispetto al posizionamento storico la serie italiana sarà un po' più avanti rispetto a quella inglese: "ho cercato anche a un anno che non mi distogliesse molto dalla storia. Il 1977 in Italia è stato un anno politico molto pesante, ho pensato che il 1976, un anno prima, potesse essere ancora meglio per far sì che questa storia mantenesse una sua identità, senza essere confusa da troppi avvenimenti esterni".

Per chi temesse per l'aspetto fantascientifico della vicenda, che in Italia potrebbe risultare più ostico che in UK, pare che l'intenzione sia di mantenere l'ambiguità originale: "sono pazzo, sono in coma oppure ho viaggiato nel tempo?"

La serie sarà prodotta dalla PayperMoon, casa produttrice che ha già fatto serie per Rai Uno.

"Siamo entusiasti di essere riusciti ad acquisire i diritti di Life on Mars dalla BBC, che normalmente vende ai broadcaster e non ai produttori indipendenti come è successo in Spagna e Stati Uniti” commenta Mario Mauri, presidente di PayperMoon Italia. È un importante riconoscimento delle nostre capacità e siamo convinti che questa serie regalerà innovazione e nuovo coinvolgimento al pubblico della tv generalista, come ci si auspica da più parti. Nelle prossime settimane termineremo il progetto e vorremmo proporlo alla Rai sperando di trovare un’intesa”.