Il primo episodio della serie cinematografica di Star Trek uscì nel 1979. Erano passati dieci anni da quando l’ultima puntata della serie televisiva, intitolata Turnabout Intruder (L’inversione di rotta in Italia), fu trasmessa dalla NBC. All’epoca, Star Trek era solo una serie come altre, che si distingueva giusto per la presenza di un curioso personaggio con le orecchie a punta; ma, nell’arco di quei dieci anni di interludio, divenne un fenomeno di portata mondiale. Era stata prima realizzata una serie animata, doppiata dagli stessi attori della serie originale, nei primi anni Settanta. Poi Gene Roddenberry, il poliedrico creatore di Star Trek, decise che era giunto il momento di ritornare nello spazio con una vera astronave Enterprise, possibilmente la stessa e comandata dallo stesso capitano, James T. Kirk (William Shatner). L’idea fu quella di una “Phase II”, come venne etichettato il progetto: una nuova serie televisiva con gli stessi personaggi della precedente, impegnati in una nuova missione quinquennale tra le stelle. Alla metà degli anni Settanta si lavorò a lungo al progetto, stendendo i soggetti e parte delle sceneggiature per tutte le puntate di quella che sarebbe stata la prima stagione. Il cast era pronto per tornare sul piccolo schermo quando a un tratto si verificò un evento che rimescolò le carte in tavola: un film di fantascienza di un misconosciuto regista, che per puro caso aveva inoltre un titolo che suggeriva qualche legame voluto dal destino, Star Wars, aveva sbancato i botteghini divenendo un vero e proprio cult. Era il 1977 e la Paramount stracciò il progetto “Phase II” a una paio di settimane dall’inizio delle riprese, avviando i lavori per Star Trek – The Motion Picture.

In realtà, di un film di Star Trek se n’era parlato anche anni prima ed erano stati scritturati per il soggetto nomi come Harlan Ellison, Robert Silverberg, Theodore Sturgeon e Ray Bradbury, che già avevano firmato alcuni degli episodi più riusciti della serie televisiva; ma il progetto fu posposto e infine cancellato. Roddenberry per primo aveva avuto l’idea di un prequel, un film sulle origini dell’Enterprise e del suo equipaggio reclutato dal capitano Kirk. Solo trent’anni dopo J.J. Abrams avrebbe trasformato in realtà quell’idea allora poco fortunata di Roddenberry: infatti il soggetto che fu alla fine scelto per il primo film di Star Trek era quello di Alan Dean Foster, che in realtà l’aveva scritto per il pilot della nuova serie televisiva. Non poche idee di “Phase II” vennero così trasfuse nella sceneggiatura di Star Trek – The Motion Picture che Robert Wise ebbe il compito di dirigere e trasformare in un cult anch’esso, avvalendosi degli effetti speciali della Industrial Light&Magic che già aveva fatto il miracolo due anni prima sotto George Lucas. Tra i consulenti scientifici reclutati per il film spuntò anche Isaac Asimov, grande appassionato della serie e ufficioso padrino della pellicola, garantendo con il suo nome la benedizione della comunità fantascientifica. Il film costò 44 milioni di dollari e ne incassò 112. Ce n’era abbastanza da convincere la Paramount ad avviare così un nuovo capitolo del viaggio di Star Trek, questa volta sul grande schermo.

Tre anni dopo, nel 1982, usciva Star Trek II: L’Ira di Khan, il secondo film della serie. Diversamente dal primo, che non aveva riferimenti con la serie televisiva originale, il nuovo episodio aveva come antagonista del capitano Kirk uno dei personaggi meglio riusciti della serie, Khan Noonien Singh, apparso nella puntata Space Seed della prima stagione. Ma per gli appassionati la presenza di questo straordinario caratterista non fu abbastanza da perdonare la scelta della produzione di far morire, in questo film, nientemeno che Spock, da sempre il più celebre e amato personaggio della serie. I non esperti, invece, si ritrovarono di fronte una storia ben più difficile da seguire per chi non avesse già visto non tanto il primo film ma anche la serie televisiva; il risultato fu che la pellicola non ottenne gli stessi riscontri della prima (a fronte, comunque, di un investimento ben più basso di soli 12 milioni), benché in realtà col tempo sia diventata una delle più amate dai fan. Le musiche vennero realizzate da James Horner e non già dal collaudato Jerry Goldsmith, che pure nel primo aveva film aveva scritto quello che poi sarebbe divenuto l’inno di Star Trek, ossia la versione rinnovata del tema della serie classica usato poi come sigla della successiva serie Star Trek The Next Generation.