Delos 15: Pensiero Stocastico L'aspetto più idiota della fantascienza moderna a cura di
Roberto Quaglia

Roberto Quaglia, ovvero il rappresentante della fantascienza del nostro Paese più famoso all'estero e più sconosciuto in Italia, continua a fare tante domande e a rifiutare tutte le risposte. Leggete quanto segue a vostro rischio. Delos non si riterrà responsabile della vostra incolumità mentale.

Tanto per chiarire subito un importante considerazione: l'aspetto più idiota della fantascienza moderna del quale parlerò nelle prossime righe era anche uno degli aspetti più idioti della fantascienza dei tempi passati. In termini assoluti, l'idiozia è la stessa, ma in termini relativi, per ragioni che saranno evidenti più in là, l'idiozia è oggi maggiore.

Si suppone che chiunque stia leggendo queste righe, abbia una certa dimestichezza con la fantascienza, ovvero abbia letto una certa quantità di buoni libri di SF e sia ben consapevole della sostanziale differenza qualitativa esistente fra la letteratura di fantascienza e ciò che di fantascienza si può guardare alla televisione o in un cinema. Se questa differenza non fosse nota a chi legge, suggeriamo senz'altro di interrompere questa lettura e di dedicarsi ad altro, come ad altro si è evidentemente dedicato sinora chi stia leggendo questo pezzo per sbaglio, oppure di violare le proprie brutte abitudini e mettersi finalmente a leggere un po' di buona ed istruttiva fantascienza letteraria.

Ora che abbiamo un pochettino scremato i nostri aspiranti lettori, possiamo proseguire per il nostro compito virtuoso di parlare male di quell'aspetto idiota della fantascienza letteraria moderna del quale nell'ambiente SF più o meno tutti si ostinano stolidamente a parlare vanamente bene.

Il bersaglio dei miei strali sono le copertine dei libri di fantascienza. Esse hanno indubbiamente a che fare con la fantascienza, essendo l'emblema nonché spot pubblicitario di quanto si trovi racchiuso entro il libro al quale esse sono incollate fisicamente. Nondimeno esse sono frequentemente idiote, per le ragioni che non potremo evitare di riconoscere nelle prossime righe.

Tanto per iniziare, molto spesso la copertina non ha nulla a che fare con il contenuto del libro. Ci vengono proposte le immagini di monumentali astronavi luccicanti perse nel vuoto siderale per romanzi nei quali dall'inizio alla fine della vicenda non ci si scosta dal suolo terrestre di un solo millimetro.

Oppure, fighissime amazzoni seminude con potenti tette siliconate e stravagante succinto pseudoabito squamato suggeriscono al voyeur che si nasconde in tutti noi che ci convenga acquistare un dato libro per un millantato contenuto pornografico che esso fortunatamente - o sfortunatamente - non possiede per nulla, magari non comparendo neppure un personaggio femminile in tutta la storia. Poi c'è l'orgia dell'antropomorfismo mutageno fallico ed omosessualeggiante: un'infinita rassegna di lucidi corpi maschili rigorosamente seminudi o con pretestuose tutine attillatissime, tutti invariabilmente contraddistinti da una ipertrofica muscolatura da culturista modello competizione, con maniacale messa in evidenza di una esasperata definizione muscolare quale un individuo può raggiungere, e solo per brevi periodi, unicamente tramite l'insana assunzione di potenti diuretici. Tali campioni di fallica virilità pantomimica, ovviamente, cessano di essere umanamente virili dal collo in su, avendo spesso la testa di un orripilante insetto, di un aggressivo rettile, di un umanoide aberrante o di quant'altro di alieneggiante il disegnatore si sia sforzato di immaginare.

Poiché la copertina, tradizionalmente, è una rappresentazione di ciò che è contenuto nel libro, per invogliare i lettori all'acquisto di ciò che a loro potrebbe interessare, si comprende immediatamente come il mondo della fantascienza letteraria di buona qualità si trovi seriamente nei guai. Osservando la gran parte delle copertine dei libri di fantascienza di tutto il mondo, infatti, al lettore comune verrebbe da trarne che il livello di tutti quei libri SF esposti nelle librerie non sia maggiore della più mediocre cinematografia di fantascienza che chiunque abbia un po' di gusto disprezza con la dovuta noia.

Invece, raramente un libro di fantascienza è così brutto come la sua copertina autorevolmente suggerisce che sia. Oggi come oggi, la fantascienza veramente brutta non viene neppure più pubblicata, anche se la maggior parte delle opere consiste per lo più in un trita rimasticazione di schemi abusati, ornati con qualche manciata di idee graziose qua e là e annegati da una marea di combattimenti insulsi.

Talvolta, anche se di rado, un libro di fantascienza è un vero e proprio capolavoro assoluto, destinato a venire letto e riletto per decenni e decenni e forse anche nei prossimi secoli. Ad esso, ahinoi, non è di norma riservato trattamento migliore. L'orrenda sua copertina mistificatrice ci vorrebbe spesso dare ad intendere che tale libro contenga l'ennesima puttanata scioccamente fantascientificheggiante di cui il mondo è già così cospicuamente lordo. Ma noi, esperti lettori di fantascienza di qualità, non ci facciamo fregare e compriamo e leggiamo quel capolavoro a dispetto della sua disarmante, dissuadente, criminale copertinaccia inadeguatissima.

Avviene quindi che ottimi libri compaiano sul mercato presentandosi ai potenziali lettori-acquirenti travestiti da robaccia di bassissimo livello intellettuale. Cosa succede allora? Succede che in men che non si dica ci troviamo nel regno dell'assurdo. Infatti: coloro che sono interessati al contenuto di quel libro, essendo sufficientemente competenti da sapere che quella vergognosa copertina non ha nulla ha a che fare con quel contenuto che a loro interessa, comprano il libro nonostante la sua copertina. Poi ci sono quelli che acquistano quel libro in virtù della sua pessima copertina. Ovviamente, costoro andranno delusi, con tutta probabilità, poiché l'ottimo libro che scopriranno dietro quella copertina non sarà ciò che essi si aspettavano di trovare, e che volevano trovare! Infine, ci sono tutti coloro che sarebbero interessati al contenuto di quel libro, che lo apprezzerebbero se lo leggessero, ma che non hanno alcun modo di sapere che quel libro è di quelli che a loro piacciono, dato che coerentemente sono giustamente disgustati e repulsi dalla sua copertina. Ebbene, costoro non leggeranno mai quel libro, se non per caso, il che non avviene spesso. A questo modo, la buona fantascienza finisce per non venir letta da una miriade di persone intelligenti che semplicemente non hanno avuto la fortuna di incappare per caso in quei bei libri di ottima fantascienza che avrebbero immediatamente amato, per venire invece tollerata da orde di mediocri lettori intenti soltanto a cercare una non troppo imprevedibile lettura di facile svago.

Un tema ossessivo che si ritrova su molte copertine di fantascienza è l'uomo farraginosamente bardato di un copioso ammasso di superflui orpelli, il più voluminoso e visibile dei quali è generalmente una fallica virilissima ipertrofica supertecnologica arma da fuoco a tracolla o in mano, nella perfetta adesione a quel volgare stereotipo di genesi statunitense-televisiva che impone a tutti i personaggi di qualsiasi trama in qualsiasi luogo e in qualunque tempo di spararsi in continuazione selvaggiamente a vicenda per l'inevitabile vittoria finale del più Buono, o comunque del più Simpatico, che finalmente festeggia in uno o più laghi di sangue la doverosa morte agghiacciante del maggior numero di altri personaggi vergognosi. Purtroppo, alcuni scrittori di SF particolarmente avidi di denari oppure poveri di fantasia riescono, in questa fattispecie, a redigere romanzi non troppo distanti da tale comunque indegna rappresentazione grafica di copertina. Ad ogni modo, anche in questo caso la qualità del contenuto non scende mai al livello iperbanale rappresentato in copertina. Più grave è quando invece avviene, come spesso infatti accade, che a tale misera stereotipata fallica copertina truculenta corrisponda magari un romanzo delicato e intelligente, del tutto privo di sterili esibizionismi di purissima violenza gratuita, e invece ricco di originali profondità ed innovazioni intellettuali.

Tali nefandezze grafiche affliggono la fantascienza in tutto il mondo. L'origine di questo malcostume si perde nei primi decenni di questo secolo, quando in America l'editoria di fantascienza propinava ai lettori effettivamente robaccia pulp semi-idiota, quasi in tono con il livello delle copertine. In molti decenni, però, la cultura fantascientifica, ancorata alla fenomenale esplosione delle nozioni, ha fatto passi da gigante, ed il divario fra la qualità letteraria interna ad una pubblicazione e la rappresentazione che ne viene data sull'involucro fisico esterno, la copertina, si è fatto sempre più ampio, grottesco e sconcertante.

Ciò che particolarmente sorprende, a questo riguardo, è che all'interno del mondo della fantascienza letteraria ben pochi sembrano rendersi conto di questo grottesco stato delle cose. A tutti, editori ed autori compresi, sembra perfettamente ovvio che anche una profonda opera fondata sul rispetto di una rigorosissima plausibilità scientifica e logica, impregnata di scienza vera, di sociologia, di psicologia, sviluppata ad arte in un pregevole affresco di autentica cultura umanistica, possa venire rappresentata sulla propria copertina con l'ostentazione pornografica dei gratuiti dettagli anatomici delle fibre muscolari di un teppista armato seminudo con una brocca da pesci intorno all'orribile cranio deforme e bucherellato mentre con il braccio libero ghermisce la sottilissima vita di un gran pezzo di figa in tutù aderente con la pelle blu e le orecchie a punta sullo sfondo di un arido paesaggio lunare abbellito con un discreto anelluto saturno che riempie un venti per cento del cielo già colmo di altra e varia roba volante.

Con tutto ciò, non sempre le copertine dei libri di fantascienza sono da buttare via. Mi sono soffermato in particolar modo sulle manifestazioni più deteriori che si incontrano qua e là, ma è un dato di fatto che le procedure culturali con le quali si sceglie di rappresentare sulla copertina il contenuto di un libro di fantascienza, sono ancora quasi le stesse di sessant'anni fa, quando invece la fantascienza è continuamente e vigorosamente cambiata in meglio, acquisendo una sempre più marcata dignità di letteratura d'avanguardia culturale quale essa certamente è.

Ricordo che nel 1990, alla Convention mondiale di SF a Den Haag, Olanda, ascoltai una divertentissima conferenza dell'eccellente Jack Cohen - scienziato nonché progettista di scenari ecologici scientificamente plausibili per scrittori di SF professionisti - nella quale egli, con l'ausilio di una proiezione di diapositive, metteva in ridicolo decine e decine di assurde copertine idiote di ottimi romanzi di fantascienza, mostrando in ogni più minuto dettaglio quante ingenue e fastidiose inverosimiglianze esse contenessero, per colpa della totale ignoranza scientifica del disegnatore. E si trattava di romanzi di Asimov, Heinlein, Clarke... tutti graficamente rappresentati e pubblicizzati come se si trattasse di infantili idiozie.

Dicevo, comunque, che non sempre le copertine di fantascienza sono da disapprovare. Karel Thole, infatti, ha dimostrato come le vie della rappresentazione grafica siano infinite, o comunque non siano distanti anni luce dalle possibilità della rappresentazione letteraria. L'eccelsa opera di Karel Thole, per decenni il mitico illustratore di Urania, dimostra quanto la quasi totalità degli altri illustratori di fantascienza di tutto il mondo sia tuttora vittima di stilemi paleolitici nell'esecuzione delle proprie rappresentazioni grafiche.

Gli illustratori di fantascienza che casualmente mi stessero leggendo, non si offendano, ma traggano anzi dalle mie considerazioni e dai miei insulti la forza positiva per spiccare un bel balzo evolutivo. Ad essi dico: dimenticate ciò che avete imparato a fare, e ripartite da capo, ad un altro livello, con un nuovo punto di vista più adeguato alla evoluta natura di ciò che la vostra arte vuole rappresentare. Se qualcuno di voi ci riuscirà, per un po' non avrà rivali al mondo. Al massimo, qualche raro e brillante collega.

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