Che il filone delle avventure grafiche giapponesi abbia toccato l'apice (di critica e pubblico) con la serie Phoenix Wright di Capcom, è ormai storia. Che questo Time Hollow di Konami possa bissarne il successo è cosa molto (ma molto) improbabile.

Prima di tutto va ricordato che nella Terra del Sol Levate la quantità di avventure grafiche pubblicate (anche solo per Nintendo DS) è impressionante rispetto alla moria del globale mercato occidentale. Va però sottolineato che lo stile dei punta e clicca giapponesi è molto diverso da quello tanto osannato nelle avventure LucasArts. Mentre Manny Calavera e Guybrush Threepwood sono dei furbacchioni cinici e dissacranti immersi in un mondo folle, fantastico ma credibile, in oriente (pressappoco) tutte le avventure grafiche sono niente più che degli shonen manga interattivi a sfondo liceale.

Vale a dire: protagonisti adolescenti (rigorosamente scolari di un qualche liceo) invischiati in acerbe trame sentimentali, con una lievissima componente avventurosa. In poche parole: simulatori di appuntamenti.

Le eccezioni ci sono e si sono viste. A parte la già citata serie di Phoenix Wright ricordiamo quelle di Trauma Center, Professor Layton e Another Code (di cui è in sviluppo un sequel per Wii). 

Va da se che Time Hollow non è fra queste.

Il gioco vi metterà nei panni di (nella traduzione europea) Ethan Kairos, un adolescente (guarda un po'...) la cui vita di quartiere sta per essere stravolta. Seduto a tavola con i genitori alla vigilia del suo diciassettesimo compleanno, Ethan viene colpito da un forte mal di testa e da un flusso di flashback non suoi. Quando riprende i sensi si rende presto conto di vivere in una realtà in cui i suoi genitori sono morti da anni e a prendersi cura di lui è uno zio. Poco dopo riceverà un pacco attraverso il tempo e lo spazio contenete una strana penna e una lettera del padre.

La penna è una Hollow Pen, in grado di aprire varchi temporali nei luoghi di cui Ethan riceve i flashback. Inizia così l'avventura del ragazzo alla ricerca dei genitori e del misterioso individuo (anch'esso munito di Penna) che pare non avere nulla di meglio da fare che modificare la realtà del quartiere (e si sottolinea "del quartiere") aprendo buchi nel tempo.

La meccanica di gioco a questo punto è semplice: succede qualcosa (qualcuno muore investito piuttosto che pestato a sangue), si ricevono dei flashback e si tenta di scoprirne l'ora e il luogo onde poter intervenire come novelli Michael J. Fox. Il tutto può intrigare all'inizio, ma ben presto ci si renderà di quanto questa meccanica (per quanto interessante) si è costretti ad applicarla su degli eventi letteralmente "di quartiere". Nulla accade infatti al di là della decina di locations della cittadina del protagonista. C'è la casa, la scuola, la stazione, il parco e così via. Shonen da manuale. Tutto è provinciale, diremmo noi italioti, e avviene in ambito provinciale.

Persino il cattivo di turno pare in definitiva niente più che una trovata per far tenere il castello di carte: se aveste una penna in grado di aprire varchi del tempo, cosa aspettereste a farvi pervenire i numeri vincenti o a dominare il mondo?

Manca la verve, manca la personalità. Insomma la trama di Time Hollow annoia, e in un'avventura grafica la trama è tutto.

Il comparto tecnico, poi, non aiuta di certo. Le (poche) musiche scorrono senza per niente rimanere sui timpani e anche la localizzazione italiana non è certo delle migliori (un vizietto non nuovo alla Konami: vedi le parentesi quadre in Boktai).

In compenso gli sprite fanno il loro dovere e così pure i (pochi) filmati in stile anime.

In definitiva, pur presentando una meccanica di gioco molto intrigante, Time Hollow non ne esplora le potenzialità non scollegandosi da quegli elementi shonen tipici della maggior parte dei simulatori di appuntamenti perennemente in voga in quel del Giappone.