Insussistenza della realtà e potenzialità cerebrali (verso il postumano)

La possibilità di interferire con e su quanto ci circonda rafforza l’ipotesi della insussistenza

della realtà, quanto meno come ci era sempre stata presentata, ovvero certa, granitica, determinata, esistente in sé per sé. Ci muoviamo in un qualcosa chiamato realtà che è in perenne mutamento, per l’entropia insita nella materia e per l’ingerenza della nostra energia psichica. Noi, pertanto, siamo fautori di cambiamento continuo, siamo in essenza pura energia, ben oltre la limitatezza della nostra parte meramente biologica e caduca.Una probabile conferma dell’inesistenza del “reale” può derivare anche da spunti filosofici e psicologici, secondo i quali l’individuo dà forma a quanto lo circonda. L’oggetto, una volta interiorizzato diviene esistente per sé e dato che il singolo universo del sé è l’unico da esso conoscibile, l’oggetto diventa esistente in assoluto. L’entità fenomenica per essere tale deve essere riportata alla funzione intellettiva, oppure non sarebbe una consistenza.Significativo in tal senso il ruolo fondamentale che parrebbe giocare la creatività (intesa come capacità generale di “unire elementi esistenti con connessioni nuove”, per citare Poincaré): essa spingerebbe tanto ad aumentare l’entropia emotiva e psichica mettendo in discussione quanto già predeterminato e favorendo il disordine, quanto a riorganizzare in nuovi modelli e di efficacia superiore ciò che prima è stato destrutturato dalle fondamenta5.

Un assiduo allenamento e sviluppo di questa potenzialità (produzione di energia proveniente dalla successione di stadi caotici e ordinati) avrebbe l’immediata conseguenza di un sempre maggior controllo di quello che si definisce “reale”, ma non solo. Il traguardo sarebbe la facoltà di cambiarlo completamente o perfino plasmare “realtà” affatto nuove, sempre più in rapida successione, per adattare il contesto esteriore in modo olografico alle necessità tanto di conservazione di sé che di progresso neuro-psichico. L’influenza di tale energia mentale agirebbe su un “sostrato” informe, preesistente addirittura al noumeno6, al quale dare forma, legge, valide fino al prossimo passaggio e mutamento.

Una risorsa psichica formidabile, che, grazie ad un potenziamento nanotecnologico, si configurerebbe quale capacità basilare per la sopravvivenza e l’evoluzione dell’essere postumano, che giungerebbe a camminare in una scenografia denominata “realtà” vedendone chiaramente le trame, così da tesserle e plasmarle a propria esigenza.