Nononstante la presenza di tantissime belle donne, nonostante il fatto che il suo autore sia una vera e propria leggenda vivente come Frank Miller alle prese con uno dei personaggi dei fumetti più famosi, creato dal suo amico di sempre Will Eisner, The Spirit è un film non riuscito e, francamente, perfino un po' noioso.

Una regia elementare fatta di campi e di controcampi, di primi piani ravvicinati e di una direzione degli attori minimale, appesantisce una storia carica di potenzialità che, però, alla fine, non sembra trovare né il suo 'tono', né tantomeno una sua dimensione originale e all'altezza del materiale trattato.

Il contenuto, purtroppo, sorprendentemente sopravanza lo stile appiattendolo e nonostante un impianto intrigante e sensuale, il film, alla fine, non restituisce allo spettatore quella giusta dose di emozioni che sarebbe stato lecito attendersi dall'esordio alla regia cinematografica di un grande autore come Miller che con il suo stile visivo nel campo dei fumetti ha fortemente influenzato l'immaginario cinematografico moderno.

The Spirit racconta l'insolita storia del poliziotto Danny Colt che ritorna misteriosamente dalla morte nelle sembianze di The Spirit per combattere il crimine a Central City. Il suo nemico giurato Octopus, come lui provvisoriamente immortale, ha però un progetto ben diverso: spazzare via l’amata città di The Spirit e coronare il suo folle sogno di immortalità. The Spirit ingaggia una lotta senza tregua per sconfiggere questo assassino dal cuore di ghiaccio accompagnato nel suo viaggio di morte e distruzione da una banda di cloni imbecilli e da un'assistente sensuale e letale interpretata da Scarlett Johansson.

Pieno di donne bellissime su cui domina un'irrestibile Eva Mendes, il film, però, è reso estremamente noioso da una serie di dialoghi talora intimisti, talora sopra le righe e perfino demenziali che oltre a disorientare lo spettatore, gli impediscono di entrare nella storia fino in fondo. Tutto è detto, ridetto, spiegato, puntualizzato, sottolineato e c'è pure una voce off a rimarcare i rari momenti di vuoto dove, fortunatamente, non c'erano dialoghi...

Un muro di parole cui viene controbilanciata un'azione eccessivamente statica con attori che talora si comportano sopra le righe e altre come degli eroi da tragedia greca. Lenta l'azione, difficili i dialoghi, un montaggio che non raggiunge una vera dimensione narrativa adatta allo stile del film appesantiscono un'operazione peraltro molto interessante in cui la tecnologia consente allo spettatore di assistere allo sviluppo di un fumetto e alla sua declinazione su un altro media come quello del cinema di cui, però, Miller dimostra di non conoscere in pieno le regole.

The Spirit soffre soprattutto per essere l'opera di un esordiente su cui, giustamente, pendono le aspettative che si hanno nei confronti di un grandissimo artista quando questo si dedica ad un altro media.

Miller dimostra in tutto il film il suo grande talento nel catturare quello che l'appassiona di più. Il problema è che nelle scene di raccordo e di sviluppo della narrazione, il regista sembra annoiarsi e 'buttare lì' qualcosa di estremamente cruciale, invece, per l'apprezzamento complessivo della storia.

Un vero peccato, soprattutto, perché visto in italiano, il film vede rarefarsi ancora di più le nuances dell'originale.

Inutile la colonna sonora di commento che non ha mai un vero e proprio spazio, il film propone una presenza felina di degno rilievo con una banda di allegri gattoni che divertono lo spettatore e lo rasserenano quanto la presenza di feline di altro genere come Paz Vega, Jaime King, Stana  Katic e Sarah Paulson.