L’evoluzione delle intelligenze artificiali, di ciò che agli albori dell’era informatica venivano denominati “sistemi esperti”, ovvero software in grado di imparare dalla

propria esperienza, fornisce delle indicazioni precise. I programmi per computer diventano, e diventeranno sempre di più, in grado di evolversi e di decidere autonomamente determinate linee di azione. Secondo il pensiero di scrittori come Vernor Vinge e Charles Stross, la prossima singolarità della storia umana sarà proprio questa, l’avvento di una generazione di software pensanti che costituiranno un’evoluzione nella scala dell’intelligenza. Torna subito alla mente l’occhio rosso e onnipresente di HAL 9000; il supercomputer nasconde preziose informazioni all’equipaggio, mente sul reale scopo della missione su Giove. In una parola, esercita una forte censura nei confronti degli uomini, valutati non ancora pronti per accettare la verità. E se per nascondere la verità è necessario uccidere, annichilire la loro esistenza fisica e mentale, allora che sia. Oggi la black list dei termini proibiti verrà costruita da qualche essere umano, magari un qualche burocrate distratto e annoiato, forse un po’ bigotto, oppure desideroso di fare carriera e quindi disposto a compiacere qualcuno più importante di lui. Ma un domani potrebbero essere i software a decidere il numero e la qualità delle parole proibite; non è neanche troppo difficile da implementare, basta l’algoritmo giusto. E i software non si annoiano, non si distraggono, non sono carrieristi e non vogliono leccare il sedere a nessuno. Fanno quello che sono programmati per fare, e quello per cui si autoprogrammeranno. Tolte di mezzo le parolacce, si passerà alle parole sgradite, a quelle inopportune, poi a quelle scomode, poi a quelle inappropriate, poi a quelle semplicemente inutili…

Forse il turpiloquio è l’ultimo vero baluardo del libero pensiero. Una bella parolaccia, un bell’insulto provocatorio, sono la testimonianza più semplice e immediata che qualcosa che sfugge al controllo ancora esiste, che l’imperfetta emotività umana può ancora esprimersi. Sentire qualcuno che bestemmia o manda a quel paese, che invoca argomenti fecali o sessuali a sproposito ci può scandalizzare, possiamo storcere il naso e valutare il nostro interlocutore come volgare o ignorante. Ma saremo sicuri di essere in un mondo ancora a misura d’uomo. Il giorno in cui non sentiremo più il turpiloquio viaggiare nell’etere o nelle fibre ottiche, allora sì che ci sarà da incavolarsi. Ma senza dire parolacce. Anche perché non ce le ricorderemo più.