Per quanto Dick e Sun Ra abbiano lavorato in ambiti diversi, entrambi hanno instillato nella mente di un lettore attento o di un ascoltatore arguto il medesimo dubbio: c'è qualcosa da ricostruire e questo qualcosa è la percezione della realtà vissuta.

Interessante per comprendere a pieno questa problematica che gravita attorno al concetto di realtà e alla sua sperimentazione, è a mio avviso un breve excursus scientifico sul principio di indeterminazione di Heisenberg. Il principio di indeterminazione, elaborato nel 1927, stabilisce l'impossibilità di determinare posizione e quantità di moto di un determinato oggetto con precisione arbitraria. Gli studi di Heisenberg sull'atomo, senza entrare nel dettaglio per non rendere questa lettura difficoltosa, hanno conferito per la prima volta un valore dominante al soggetto che osserva e agli strumenti utilizzati dall'osservatore in rapporto all'esperimento eseguito. Questo principio una volta largamente accettato ha avuto risvolti enormi sul piano filosofico, imputando la responsabilità della costruzione del reale all'esperienza vissuta da ogni singolo individuo e all'ingerenza dei sistemi di comunicazione e della tecnologia ivi implicati. Sebbene queste problematiche emergano in modo evidente nella letteratura Cyberpunk, possono essere ritrovate allo stato embrionale anche nella pratica dickiana. La denuncia socio-politica, l'eterna lotta tra realtà vissuta dai personaggi e realtà pretesa come autentica che si rivela essere un artificio, sono il frutto della convinzione di Dick che l'uomo sia schiavo di una visione distorta e fittizia della realtà. Perché questa puntualizzazione scientifica? Cosa ha a che fare la scienza con Sun Ra ed il Jazz? Al di là delle sue fissazioni con tematiche spaziali e visioni mistiche, la risposta a questo interrogativo la si trova nel movimento afrofuturista di cui Sun Ra è considerato un leader. Alla base di questo movimento che vede mischiate fantascienza, musica ed arti varie alle problematiche di ordine socio-politico che investono il popolo Afro-Americano, vi è una questione di ordine “scientifico”. Cerchiamo dunque di andare per gradi introducendo la storia di questo movimento. Il termine è stato coniato nel 1993 da Mark Dery ed è apparso per la prima volta in uno scritto del medesimo intitolato Black to the Future. In sostanza l'Afrofuturismo si presenta come un movimento sub-culturale nascente che esplora uno spazio nuovo di espressione per la diaspora africana che si è aperta alla tecnologia e che cerca di partecipare ai mezzi di produzione culturale del sistema occidentale. Pensatori ed artisti interrogano dunque il potenziale della scienza, del cyberspazio e della fantascienza per riflettere sull'esperienza africana, passata e presente, cercando delle strategie nuove contro l'oppressione.

Se analizziamo l'idea di progresso che tutti noi conosciamo e accettiamo come fine comune del sistema politico, sociale, morale, economico occidentali ecc. ci rendiamo presto conto che tale idea coinvolge quella di futuro. Gli antichi concepivano la storia come un ciclo di eventi che periodicamente ritornavano; il cambiamento era visto come l'effetto di un intervento soprannaturale. In alternativa, la storia era vista come un lungo processo di decadenza da uno stato iniziale di perfezione: l'età dell'oro infatti veniva collocata nel passato, non nel futuro. A partire dall'Illuminismo invece questa idea prese piede dalla constatazione del progresso scientifico che si tradusse in incremento e diffusione universale del sapere in quanto sviluppo e perfezionamento. Sebbene le due guerre mondiali abbiano indebolito fortemente questa concezione illuminista, la centralità della scienza tradotta in tecnica e poi in tecnologia è rimasta determinante nel valutare l'andamento del nostro percorso evolutivo. Proiettato nel futuro l'occidente ha esercitato un potere dal quale l'Africa in particolare è stata esclusa. Tale esclusione non ha portato solo al colonialismo quanto all'estromissione radicale  del popolo afro dal partecipare all'idea di futuro in maniera attiva.