Per gli appassionati speranzosi di conoscere qualcosa del film prima della sua uscita attraverso i tradizionali canali di gossip internautico l’impresa è stata ardua se non impossibile. A conoscere la sceneggiatura completa durante tutta la produzione e post-produzione era solo uno sparuto manipolo di persone ossia dirigenti, sceneggiatori stessi e i due attori principali. Anche agli altri comprimari non è stato possibile capire che cosa dovessero recitare: dopo aver letto una sola volta e di sfuggita l’intero copione, durante le riprese era imposto loro di basarsi solo un pezzo di sceneggiatura alla volta, quello specifico per la giornata, che poi veniva a fine lavoro bruciato. Membri della troupe e della produzione che avevano necessità di leggere parti del lavoro potevano farlo solo dopo aver firmato un

accordo di riservatezza e aver visionato le pagine in una camera videosorvegliata. Quando Duchovny un giorno giunse sul set rivelando di aver perso la sua copia – l’unica completa disponibile insieme a quella di Anderson e Carter – si creò il caos finché non si scoprì che l’attore l’aveva solo dimenticata in camera. Una segretezza, insomma, che ha quindi retto egregiamente anche grazie a una buona disinformazione di Carter e co-produttori che hanno fatto girare per la stampa e per la rete varie foto, alcune vere e alcune fatte apposta per depistare, nonché vari rumor sulle trame che poi solo all’uscita del film si sono rivelati per la maggior parte fittizi.Una segretezza che fa un po’ parte del DNA di X-Files e che i realizzatori hanno voluto riportare non solo nella trama del film ma anche nella fase di produzione, affinché gli appassionati potessero sorprendersi solo di fronte al prodotto finito nelle sale: "Per me il film è come un regalo di Natale", ha tenuto a spiegare Chris Carter "che desidero aprire il mattino della festa e non prima. Non voglio che la gente agiti la scatola o cerchi di sbirciare tra la carta del pacco".

Certo è che questo regalo di Natale, in fin dei conti, non si è rivelato all’altezza dell’attesa. In America, dove è uscito lo scorso 26 luglio, è stato accolto da una generale freddezza che l’ha portato a racimolare poco più di 10 milioni di dollari nel primo weekend di programmazione, perdendo poi il 65% nel secondo weekend e avviandosi a scomparire dalle classifiche americane con imbarazzante anticipo. Certo non si tratta di un disastro economico perché Carter non poteva e non voleva disporre di molto denaro, tant’è vero che si è accontentato solo di 30 milioni di dollari per realizzare la pellicola: una cifra che oggi per i film di fantascienza serve appena a coprire i primi mesi di pre-produzione. Ma forse il problema era che di fantascienza X-Files - Voglio Crederci ha poco o nulla: non è che un thriller con sfumature horror, come del resto gli stessi produttori lo hanno definito, dove il paranormale entra solo dalla porta di servizio e in modo molto affrettato. La suspence e l’adrenalina lasciano presto il posto a effetti e scene canoniche dei b-movie odierni e lo spirito originale di X-Files si limita solo ai rimandi alla vecchia serie e alle relazioni tra i due protagonisti.

Relazioni che hanno da sempre costituto un po’ l’elemento curioso di una serie dove non ci sono mai stati appassionanti storie sentimentali tra i due personaggi principali, Mulder e Scully, da anni colleghi e amici intimi, ma sempre legati al chiamarsi per cognome.

Tutte le vicende nel frattempo intercorse dopo il finale della serie vengono risolte in pochi minuti di sceneggiatura o glissate per evitare che il nuovo spettatore vada a impaludarsi in richiami, rimandi e strizzamenti d’occhio che gli eviterebbero di godersi il film. Appena uscito in Italia, il film non otterrà prevedibilmente nessun risultato di successo: anche all’estero Voglio crederci non ha fatto il botto e nel nostro Paese lontano da ansie cospirazioniste e intrighi paranormali (visto che ha già i suoi grattacapi occulti) la serie finita nel 2002 non ha creato nessuno zoccolo duro di appassionati che è resistito al trascorrere di questi cinque anni di silenzio.

Il tentativo di Chris Carter e dello stesso David Duchovny era dichiaratamente quello di lanciare una serie cinematografica che riprendesse il filo dove la serie televisiva l’aveva interrotto. Né più né meno di quanto fatto con Star Trek. Duchovny si è da sempre detto un supporter della tesi di un X-Files come serie cinematografica a mo’ di 007, e Carter aveva ventilato un progetto di un film ogni due-tre anni. Ma c’è chi scommette – e le quotazioni sono tutte a favore – che la storia di X-Files potrebbe interrompersi qui. Si spera allora che non siano solo i padri della serie a continuare a dirsi tra loro “voglio crederci” riguardo un ritorno di cui non si sente la necessità.