I Tangerine Dream
I Tangerine Dream
I precursori del postumano nella musica, nell’arte e nella letteratura hanno evidentemente una forte influenza su tutti gli artisti successivi. Per quanto riguarda strettamente la musica, gli anni ‘70 sono caratterizzati dallo space-rock (Tangerine Dream, Ash Ra Temple, Popol Vuh, ;;i più tribali Amon Duul I, il più lirico Klaus Schulze e i Faust, che nel nome richiamano anche l’idea Goethiana di superomismo). Importanti i Cabaret Voltaire, sperimentatori, ironici, anch’essi aperti all’idea di una tecnologia filoumana e, sostenitori di una “teoria dell’oscurità”, che possono essere considerati i progenitori del plagiarismo, la pratica, cioè, di citare, campionare o copiare di sana pianta pezzi pop o rock.

The Residents
The Residents
E anche il rock mostra il suo aspetto più postumano: quale musicista infatti ispira più “alienità” del David Bowie degli anni ’70? Bowie crea un vero e proprio personaggio postumano, confermando questa sua attitudine nei dischi (The Man Who Sold the World del 1970 e The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders From Mars del 1972) e nei film che interpreta (L’uomo che cadde sulla Terra, 1976).

Senz’altro postumano è l’album Metal Machine Music di Lou Reed. E postumani sono soprattutto i Throbbing Gristle di Genesis P-Orridge (ex mail e body-artist). I loro intenti erano quelli di scioccare con la violenza dell’impatto visuale, concettuale e musicale attraverso rumori, estetiche nazi-militaresche, pornografia, ecc.). P-Orridge utilizza il termine “industriale”, riconosce come guru William Burroughs; James G. Ballard e filosofi post-moderni come Michel Focault, Jean Baudrillard, Gilles Deleuze e Felix Guattari.

Non è il primo caso che un musicista o un performer postumano nasca da esperienze di body-art, anche estreme. Abbiamo già menzionato con le Sospensioni, per passare a nuove performance ispirate alla cerimonia O-Kee-Pa degli indiani d’America. Con ganci inseriti nella carne collegati a corde, si faceva issare nel vuoto con una gru, anche per venti minuti. Ma è negli anni ‘80 Stelarc, che aveva cominciato Stelarc raggiunge la sua indole più marcatamente postumana. In collaborazione con un’èquipe di ricercatori universitari specializzati in robotica, realizza Third Hand: si fa innestare sul braccio destro una terza mano artificiale, comandata dai muscoli addominali e dalle gambe. Successivamente lavora a Third Hear (Terzo orecchio). Una teorizzazione estrema: il corpo umano mostra i limiti del proprio sistema evolutivo.