Come si apprende dal sito di www.ifmagazine.com, a quanto pare la Fox sta preparando un nuovo film ispirato a un fumetto. A questo punto verrebbe da chiedersi: quale? Quale eroe dei fumetti non ha ancora avuto la sua trasposizione su celluloide? Batman c'è, Spiderman  c'è, I Fantastici 4 anche... chi manca all'appello? E qui viene il bello: i nuovi eroi che invaderanno le nuove sale non verranno dalle scuderie Marvel o DC comics, ma dalla Sunrise.

Il film in produzione della Fox è infatti quello di Cowboy Bebop. A capo dell'operazione Erwin Stoff, uno che di fantascienza qualcosina la sa visto che è lui il produttore della trilogia di Matrix e di A Scanner Darkly. Altra notizia che potrebbe interessare molto soprattutto le lettrici di questo sito o magari un certo tipo di lettori è che molto probabilmente a interpretare il protagonista sarà Keanu Reeves.

Di sicuro è una bella notizia, soprattutto per quelli che amano gli anime e aspettano da circa dieci anni che James Cameron finisca il suo film su un altro caposaldo della fantascienza giapponese, ovvero il film su Alita. Cowboy Bebop  merita senza alcun dubbio una trasposizione cinematografica americana, anche perché assieme a Ghost in the Shell è stato uno degli apripista degli anime e dei manga in un Paese come l'America che è sempre stato fortemente refrattario alle influenze fumettistiche esterne data la sua forte e strutturata tradizione in materia (e stupisce come in breve tempo le cose siano cambiate anche lì: quest'anno infatti per la prima volta nella storia la vendita complessiva di manga ha battuto quella di fumetti mainstream). 

Cowboy Bebop inoltre rappresenta senza alcun dubbio un pilastro di quelle serie televisive nate subito il boom di Neon Genesis Evangelion, le cosidette serie seinen, ovvero quegli anime indirizzati ad un pubblico maggiorenne basati su tematiche molto adulte e dallo stile molto ricercato.

Realizzato nel 1998 con la regia di Shinichiro Watanabe, narra le vicende di alcuni cosidetti "cowboy dello spazio", ovvero cacciatori di taglie: Spike Speagel, un ex mafioso, Jet Black, un ex poliziotto con un braccio meccanico, Faye Valentine, una biscazziera e Edward, una hacker geniale. In ogni puntata, slegata l'una dall'altra, i personaggi volano da un pianeta all'altro incontrando ogni volta personaggi diversi e ambientazioni ricchissime di particolari che ricordano quelle della terra: ad esempio Venere ricorda il paesaggio di un tipico Paese mediorientale. 

Stoff ha promesso che il film avrà una forte aderenza all'anime e ne saprà ricalcare l'atmosfera. Il punto però è questo: il bello di Cowboy Bebop sta nel fatto che questo è un cartone che cerca di essere un film e che gioca a più riprese su questa aspirazione.

Si pensi ai dialoghi, che hanno un evidente debito nei confronti dei più famosi gangster movie, o alle ambientazioni, che spesso riprendono paesaggi urbani e campestri tante volte visti nel cinema americano (a cominciare dai saloon nel deserto!); si osservi la caratterizzazione dei personaggi, spesso negativi, con un passato oscuro alla Martin Scorsese e al tempo stesso schiavi di vizi e manie (parodia degli stessi?); si faccia caso alle svariate suggestioni e citazioni si stampo cinematografico (come la sarabanda di animatroni nell'episodio Pierrot le fou che sembra a metà tra Walt Disney e 8 e 1/2 o le tante citazioni delle scene di combattimento dei film di John Woo), e infine alla splendida colonna sonora di Yoko Kanno, forse l'elemento di maggiore risalto dell'anime. Così come il cartone animato tutto è una miniera di spunti narrativi e grafici, tanto è forte la commistione di generi e ambientazioni cinematografici e non, anche la colonna sonora non è da meno: una varietà enorme di brani jazz e blues, ma anche rock, funk e chi più ne ha ne metta... Una ricchezza sottolineata non soltanto dal titolo (il Bebop è una branca del jazz), ma anche dai nomi dei singoli episodi che fanno sempre riferimento ad un genere musicale (Heavy Metal Queen, Bohemian Rapsody e via dicendo...).

Riuscirà il film a replicare questa particolarissima atmosfera, in cui si alternava senza per questo perdere credibilità ironia, frenesia e malinconia, esattamente come si alternavano i generi musicali di sottofondo? Noi lo speriamo vivamente.