A metà degli anni Sessanta, alla vigilia della rivoluzione studentesca che esloderà in America, in Francia e poi in tutto l’Occidente, è una rivista a ridisegnare un nuovo scenario per la fantascienza, rinnovandone sia i contenuti sia la forma. In Inghilterra, nel 1964, Michael Moorcock, giovane scrittore inglese, assumeva la direzione della rivista New Worlds che fece della sperimentazione pura uno dei suoi cavalli di battaglia, proprio per rinnovare il genere e portarlo più vicino alla letteratura tout court. Non a caso, tale movimento fu battezzato New Wave, ossia Nuova Ondata proprio per marcare la differenza con il passato e l’intrinseca novità. Moorcock fu coadiuvato da autori come Samuel Delany, Roger Zelazny, Thomas Disch, Normand Spinrad, Harlan Ellison; da autrici che fecero emergere con forza una fantascienza apertamente femminista, come Joanna Russ e James Tiptree, senza contare la veterana Ursula K. Le Guin; un maestro come James G. Ballard teorizzava proprio su New Worlds un nuovo concetto come quello di “inner space” (spazio interno), " in contrapposizione a "the outer space", lo spazio esterno della fantascienza classica. Ballard invita i suoi colleghi a dare una nuova forma alla sf, in grado di orientarsi verso il mondo interiore, quello espresso da ogni singolo uomo. L’obiettivo è dare vita ad una narrativa ricca di simboli, ma in grado di penetrare l’inconscio dell’uomo, considerata la nuova frontiera da superare e scoprire.

Il culmine di questo movimento si avrà nel 1967, quando uno degli scrittori più irriverenti, al secolo Harlan Ellison, pubblicherà come curatore un’antologia destinata ad entrare nella storia  della fantascienza che raccoglierà sia autori americani sia autori inglesi. Stiamo parlando di Dangerous Visions, che per molti ha segnato lo spartiacque tra la fantascienza antica e quella moderna. Il libro contiene 33 racconti che Ellison ha chiesto ai migliori scrittori dell’epoca, con un'unica clausola: le storie dovevano essere provocatorie e toccare temi che fino ad allora erano considerati dei tabù per il genere, come il sesso, l’omosessualità o la droga. L’intento era quello di far maturare il genere fantascienza e tirarlo fuori dal “ghetto” editoriale e di costume in cui si era impantanato. Anche se questo ambizioso risultato non fu pienamente raggiunto, non c’è dubbio che l’antologia e i suoi autori contribuirono a frantumare i paradigmi della fantascienza, ad introdurre temi forti e a proporre una diversa visione del genere tanto agli appassionati tanto a quella “critica con la puzza sotto il naso”.

Nato a Cleveland il 27 maggio del 1934, nell’Ohio, dove si diplomò all'East High School, Harlan Jay Ellison ha iniziato la sua ormai più che quarantennale carriera di scrittore nel modo più naturale per il mondo della science fiction americana: diventando un fan. A Cleveland ha vissuto la sua infanzia, con i suoi genitori, Serita Rosenthal Ellison e Louis Laverne Ellison e sua sorella più grande, Beverly. Il padre era dentista e quando morì nel 1949, gli Ellison si spostarono da Painesville, una piccola città, a Cleveland. Qui viene a contatto con un club di fantascienza, il Cleveland Science Fiction Society, è diventò ben presto un fan incallito, uno di quelli che leggono tutto, che vanno alle convention e si fanno promotori di fanzine, le riviste create da e per gli altri appassionati. Così, quando nel 1950 decise di diventare uno scrittore, la cosa più naturale fu quella di diventare uno scrittore di fantascienza. Ma si fece quasi da subito anche la fama di polemico e trasgressivo, sia per i suoi interventi come fan sia per i suoi racconti.