L'uscita di questo volume mi dà modo di proseguire un discorso su Sterling avviato sullo scorso Delos con la recensione del suo romanzo Caos Usa. In quell'occasione, accennavo alla particolare congenialità di quest'autore con la forma del racconto e del romanzo breve. Ritengo che Un futuro all'antica confermi questa mia convinzione.

Il volume raccoglie sette titoli di varia lunghezza, alcuni dei quali già apparsi in Italia in anni trascorsi. I temi sono differenti, tuttavia esiste una unitarietà di fondo dovuta, come primo elemento, alla grande capacità di Sterling di estrapolare sui prossimi decenni partendo dalle attuali acquisizioni in campo tecnologico, in particolare telecomunicazioni e biotecnologie; ma non si tratta soltanto di "saper vedere" un futuro in cui traduttori automatici o visori a forma di occhiali ovvero donne mutate faranno da padroni (e tuttavia in questo campo l'Autore mostra una abilità, una conoscenza, una plausibilità e al contempo una visionarietà da lasciare ammirati). C'è anche, come secondo elemento, la capacità di intuire attendibili mutamenti sociali, inediti trend, nuovi fenomeni che coinvolgeranno le masse.

Come - per esempio - in Deep Eddy, romanzo breve in cui il personaggio che dà il titolo alla storia si reca a Düsseldorf perché pare sia in arrivo un Wende. Cioè una sorta di manifestazione collettiva, forse anche violenta, ma non programmata. "Come può succedere senza che sia previsto?" chiede Deep Eddy, e la sua accompagnatrice risponde: "Be' sapevamo che stava arrivando, naturalmente. La voce si sparge. E' così che inizia un Wende". Scopo di Deep Eddy è incontrare il Critico Culturale, misterioso e contestato personaggio-epicentro del Wende stesso, nonché guru di nuovi eventi culturali; il tutto in un vivido scenario cyber, anzi forse post-cyber.

Maneki neko invece è una sorta di bozzetto di vita futura: il protagonista, Tsuyoshi, fa parte di una "rete" che lo obbliga a obbedire prontamente a strane istruzioni che gli pervengono continuamente sul suo pokkekon; al centro della storia c'è il maneki neko del titolo, icona di un tipico gattino portafortuna; la storia avrà però un esito imprevisto.

In queste prime storie, comunque, Sterling sta solamente scaldando i muscoli. Il cuore del libro, a mio avviso, sono i lunghi racconti Taklamakan e Lo sciacallo più piccolo, nei quali vengono recuperati e riadattati (direi meglio reinventati) gli stilemi del racconto di spionaggio, che fra l'altro si presta stupendamente a questo genere di fantascienza su un futuro degradato che inevitabilmente pullula di mafiosi, clan, segreti militari e industriali, droghe, iniziative spaziali rimaste a metà, eserciti privati, riciclaggi di denaro, trafficanti di atomiche, mitomani eversivi desiderosi di rivalsa e così via. La prima delle due storie ha per teatro lo sterminata landa asiatica del Taklamakan, luogo ospitale più o meno quanto il pianeta Marte: un uomo e una neutra (cioè una donna modificata) devono attraversarlo sulle tracce di un segreto rivoluzionario, un esperimento tentato dalla Cina; qui la fantasia di Sterling si scatena a ogni passo e raggiunge vertici di virtuosismo. La seconda storia ha un inedito scenario: prima Helsinki, poi le isole Åland nel golfo di Finlandia. Un gruppo di mercenari e guerriglieri (un russo dell'ex KGB, una determinata studentessa passata all'azione armata, vari personaggi più o meno equivoci), prendendo spunto dalle storie fantasy dei Flüüvins - personaggi creati da una prolifica e celebre vecchietta - intendono fare un colpo di mano e fondare sull'isola una specie di utopistica zona franca.

In questa storia, come pure in Taklamakan, si manifesta inoltre al meglio un terzo elemento caratteristico di Sterling: una scrittura che non ha un attimo di cedimento, sempre tesa e accattivante, anche quando non accade nulla, con personaggi e scenari tridimensionali, e frasi nelle quali serpeggia una specie di energia motrice che - immagino - deriva da un Dna di autentico scrittore.

La vacca sacra è una storia umoristico-disperata che trasferisce il genere di futuro già descritto nella troupe di alcuni scalcagnati cineasti indù occupati a far salti mortali per guadagnarsi la pagnotta. Notevole anche Il riparatore di biciclette. Resta il racconto a mio avviso più debole della raccolta: La grande gelatina, scritto a quattro mani con Rudy Rucker e che muove da un'idea brillante - la scoperta di un gel primordiale, l'Urschleim, nelle viscere della Terra - per poi perdersi in una specie di pochade. Poco male: a fine millennio, lo Sterling dei racconti si conferma tra gli autori-top dell'intera fantascienza.