Il 10 febbraio 2008 si è celebrata la giornata mondiale Anti Scientology. L’iniziativa è stata messa in campo da un fantomatico gruppo internet autodefinitosi Anonimous: un gruppo interamente orizzontale, senza gerarchie interne, ma che è riuscito a imbastire tale campagna basandosi sul passaparola online e su un suggestivo videoclip. L’anonimato degli organizzatori dell’iniziativa è stato basilare visti i modi piuttosto rudi con cui Scientology ama replicare ai propri oppositori, tant’è vero che il sito di riferimento, partyvan.info/index.php/Anonymous, è stato oscurato praticamente il giorno stesso della sua apertura.

Ma che cos’è Scientology, e perché si è sentito il bisogno di organizzare una giornata di protesta planetaria, a base di sit in davanti alle sedi di questo pseudo culto sparse per il mondo? La sua storia è abbastanza nota: venne fondata negli anni sessanta ad opera dello scrittore Ron Hubbard, le cui quotazioni oscillavano dal “genio letterario e scientifico” al “ciarlatano e bugiardo patologico”. In ogni caso un personaggio che non passava inosservato e le cui avventure giovanili, reali o millantatate, costituirebbero da sole una buona base per un romanzo fantascientifico. Infatti, solo un frequentatore abituale delle atmosfere del fantastico potrebbe immaginare l’esistenza di un mancato ingegnere e sottufficiale di marina, autore di un numero imprecisato di romanzi di svariati generi sotto parecchi pseudonimi, che di colpo si inventa una disciplina scientifica completamente campata in aria, la Dianetica, primo embrione di Scientology nonché il suo futuro braccio “razionale”. Se vi dicessero che esiste una dottrina spirituale in grado di dimostrare l’esistenza dell’anima? E che tale anima non è altro che un frammento di un essere incorporeo che esiste da prima dell’universo, e che tutti noi possiamo riunirci con questo essere primigenio, migliorando così noi stessi, gli altri e il mondo che ci circonda? Scientology dice tutto questo, e molto di più.

In effetti è proprio quel di più a creare problemi. Come tutti i movimenti militanti, Scientology non si limita a predicare la possibilità di un mondo migliore, l’esistenza di un livello di vita “superiore” a cui tutti noi possiamo aspirare. No, questo mondo migliore lo vuole realizzare per intero, proprio qui, e il più presto possibile. Con quali mezzi? Intanto con una ferrea disciplina interna; l’organizzazione è fortemente gerarchica, i suoi membri vengono vincolati alla segretezza sulle tecniche utilizzate per elevarsi “spiritualmente”, e l’uscita dall’organizzazione è difficilissima, come possono testimoniare (quando ci riescono) i pochi che ce l’hanno fatta. Già, perché il secondo elemento della strategia di Scientology riguarda la propria affermazione all’esterno, sia mediante il proselitismo molto attivo e remunerativo, visti i costi dei corsi a cui vogliono sottoporsi gli adepti; e sia con una risposta aggressiva verso i detrattori, sintetizzata nel motto “attack the attacker”. Cosa quest’ultima che ha provocato parecchi problemi al movimento, oggetto di scandali e indagini poliziesche soprattutto in Europa, fino a essere iscritto nella lista delle organizzazioni potenzialmente eversive in alcuni paesi.

Tutto ciò non ha impedito all’organizzazione di ramificarsi sempre di più, conquistando alla causa personalità di spicco specie nel mondo hollywoodiano. Dalle arcinote star come Tom Cruise e consorte Katie Holmes, a John Travolta (protagonista anche dell’orribile Battaglia per la Terra, tratto dalla trilogia di Hubbard; solo un caso?), a svariate personalità del mondo della musica, della politica, del giornalismo, eccetera. La pubblicazione nelle scorse settimane di una video intervista di Cruise, nella quale l’attore dava sfogo alla propria fede scientologica con una tirata che a qualcuno ha ricordato certi discorsi pre-seconda guerra mondiale, è stata probabilmente la causa della reazione del gruppo Anonimous. Le intenzioni di Scientology manifestate dalla voce di Cruise suscitano le domande che spesso si è posta anche la fantascienza; perché qualcuno dovrebbe incaricarsi di guidare l’umanità verso il giusto sentiero? Chi stabilisce che quel sentiero sia proprio giusto? Chi sceglie chi è degno e chi no? È meglio avere qualcuno che decide tutto per noi, o è più giusto che il libero arbitrio faccia il suo corso, e che le idee migliori emergano dalla competizione intellettuale con una sorta di selezione naturale? Insomma, il raziocinio di cui l’uomo è dotato impone di guardare quantomeno con attenzione tutti coloro che sostengono di avere la ricetta per salvare l’umanità, laici, religiosi, o appartenenti a sette pseudomistiche che siano.