Un eroe appartenente ad un'altra epoca, non solo narrativa, ma anche cinematografica. Questo è il Massimo interpretato da Russell Crowe, attore candidato all'Oscar 2000 per la sua straordinaria performance in The insider di Michael Mann, un eroe di altri tempi: duro e puro, integerrimo e coraggioso. Un personaggio che piace per la sua anticonvenzionalità nella cinematografia di oggi, un uomo di altri tempi e una boccata fresca per chi si era stufato della perversa banalità di tanti anti eroi o eroi per caso cui ci ha abituato il cinema degli ultimi venti anni, quasi come se l'onestà fosse un valore di cui vergognarsi dinanzi al mondo. Massimo è una figura cristallina senza dubbi e paure, cosciente della tragicità delle proprie scelte. Lo stile vicino alla New Age di questo eroe pagano, incrollabile nel suo considerare superiori i valori della città è forse la grande differenza che il regista Ridley Scott ha voluto tracciare con film come Spartacus, Ben Hur e Cleopatra. Classici del cinema di cui Il gladiatore si propone come erede e non antagonista. Un film - questo con Russell Crowe, la splendida Connie Nielsen (L'avvocato del diavolo) e un Joaquin Phoenix perfetto nella parte del brutale Commodo ­ affascinante. Il gladiatore costuisce, infatti, una perfetta reinvenzione di un genere cinematografico in cui la tecnologia digitale celebra la grandezza storico archeologica dell'impero romano come mai prima d'ora. Senza cercare il confronto diretto, Ridley Scott ha strutturato il suo film sulla scorta di un'eredità visiva superata come quella delle pellicole in costume. In questo senso Il gladiatore è un'opera del tutto nuova, non solo per l'essenzialità della sua narrazione di una trama che pur essendo contemporanea a quella di Quo Vadis? segue sviluppi del tutto diversi e distanti. Ne Il gladiatore, infatti, non si vede un crocefisso e la cristianità rimane confinata ai titoli di testa. La pellicola parte dalla guerra vittoriosa di Marco Aurelio contro i barbari che popolano l'attuale Austria. Ora che la guerra è stata vinta, Massimo sogna solo di poter ritornare da sua moglie e suo figlio. L' anziano imperatore (con Richard Harris) ha, però, un altro incarico da affidare al generale vittorioso: assumere il comando dell'impero, prendendo il suo posto per restituire al senato romano la città e ripristinare la Repubblica. Geloso del favore di cui gode presso l'imperatore, l'erede al trono, Commodo comanda l'uccisione di Massimo e della sua famiglia. Sfuggito a malapena alla morte, il generale è ridotto in schiavitù e allenato come gladiatore per i combattimenti nell'arena. La sua fama comincia a crescere. Una volta giunto a Roma, Massimo decide di vendicare la morte della moglie e del figlio uccidendo il nuovo imperatore e abbattendo la sua tirannia. Tutti gli ingredienti per un kolossal d'avventura e ­ soprattutto ­ una pellicola piena di emozioni espresse con fermezza da un monolitico e affascinante Russell Crowe. Una pellicola in cui la fierezza dei sentimenti e la nobiltà delle scelte, conquista una straordinaria controparte espressiva in personaggi abietti e in ambientazioni esplosive, dove il confine tra la vita e la morte viene esplorato dalla stessa cifra narrativa di un sogno ad occhi aperti in cui la grazia e la serenità diventano la porta aperta verso i Campi Elisi.