Questa season premiere ingrana subito la marcia, non c'è tempo per pensare, non c'è tempo per reagire e già ci si trova catapultati nella tela del ragno abilmente intessuta dal duo Damon Lindelof & Carlton Cuse.

Lost è una macchina collaudata che non perde un colpo, è un meccanismo micidiale e perverso che basa la sua forza sul concetto di supremazia della sceneggiatura incarnando così il trionfo del demiurgo sui protagonisti, semplici pedine di una scacchiera.

Dopo avere sviscerato per quasi tre stagioni le vite dei Losties tramite l'espediente dei flashback, irrompe prepotentemente l'uso del flashforward. Un idea geniale ma pericolosa, da gestire con estrema attenzione.

E' un po come maneggiare della nitroglicerina, il rischio di commettettere danni irreparabili è altissimo e serve un abilità non indifferente per uscirne indenni.

In ogni caso l'innesto dei flashforward televisivamente parlando rappresenta per lo spettatore una vera e propria innovazione e un motivo di interesse paritario se non superiore alle vicende narrate nell'isola, offrendo così un nuovo poderoso punto di forza per l'impianto narrativo.

Bella prova anche per Jack Bender che quando smette i panni di produttore per passare alla regia lascia sempre il segno riuscendo a interpretare al meglio i ritmi e i tempi del telefilm. Non è un caso che quasi tutti i migliori episodi della serie lo vedano alla cabina di comando: una garanzia.

Avevamo lasciato i Losties vittoriosi sugli Others nel duplice fronte dell'assalto alla spiaggia e della torre radio dove un Ben finalmente inerme aveva lanciato l'anatema: "quella chiamata sarà l'inizio della fine", the beginning of the end.

E quando il criptico messaggio lasciato dal moribondo Charlie giunge ai Losties il dubbio che le persone dall'altro capo del telefono satellitare non siano quello che dicono di essere cominica a serpeggiare e a insinuarsi non solo tra coloro che sono in comunione con l'isola come Locke ma anche tra chi aveva stabilito un legame profondo con l'ex popstar britannica.

Questa situazione porterà in breve a uno scenario che in molti sui vari forum avevano ipotizzato sin dalle stagioni precedenti: quello della scissione tra i sopravvissuti.

Il dualismo è infatti uno degli elementi fondamentali della serie, e quello tra il mistico anti-leader John Locke (Terry O'Quinn) e il leader naturale materialista e scettico Jack Shepard (Matthew Fox) è da sempre stato un elemento cardine, ma solo adesso sfocia in una sofferta lacerazione del gruppo, uno strappo dalle conseguenze pesanti.

Con Locke vanno Hurley, Sawyer, Claire e figlio, Danielle, Ben, Alex, Karl, Vincent e altri 4 sopravvissuti, mentre Jack è seguito da Desmond, Kate, Sayid, Jin, Sun, Juliet, Rose, Bernard e il resto dei sopravvissuti.

Il dado è tratto.

L'accoglienza dell'episodio da parte della critica d'oltreoceano è stata entusiasmante, vuoi perchè nove mesi di assenza sono lunghi e generano una vera e propria astinenza, vuoi perchè con lo sciopero degli sceneggiatori c'è ben poco da vedere nei piccoli schermi americani, quindi questa season premiere rappresenta un evento realmente eclatante, fatto sta che The Beginning of the End ha messo veramente tutti daccordo e dal Los Angeles Times al New York Post c'è stato un coro di apprezzamento pressochè unanime.

Normalmente per carattere e temperamento non sono molto incline all'unanimità, ma credo che in questo caso dovrò proprio fare un eccezione.

Bentornato Lost.