Tra tutti i pensieri stocastici che ho scritto, questo potrebbe rapidamente diventare il più inutile, per almeno due motivi. Il primo motivo è che il mondo che noi conosciamo potrebbe ben presto finire e non si capisce a che cosa possa servire un pensiero stocastico in assenza di un mondo che se lo possa eventualmente leggere. Il secondo motivo è che la cronaca ha assunto, nel momento in cui scrivo, una connotazione di estrema criticalità unita ad un classico ritmo incalzante, ragione per cui il futuro è oggi più che in qualsiasi momento del nostro passato del tutto imprevedibile.

Scrivo infatti a pochi giorni dal clamoroso evento terroristico dell'abbattimento delle torri gemelle del World Trade Center di New York. Chi sta leggendo conoscerà certamente meglio del me stesso che sta scrivendo adesso gli sviluppi susseguitisi nel mondo dal momento dell'attentato in poi. Tuttavia, spesso il futuro non dura poco, e quindi immagino che un grosso margine di mistero continui a circondarti e forse a tormentarti, o lettore, che pure certamente sai qualcosa che io adesso ancora non so. Quindi, continuare a leggere quanto io ho scritto in quello che per te è il passato potrebbe rivelarsi come non del tutto insoddisfacente.

Confesso che in un certo qual modo mi sono sentito depredato. Della Terza Guerra Mondiale si discute da molti decenni quasi soltanto nel campo degli scrittori e lettori di fantascienza. Certamente se ne è discusso per decenni molto anche nelle sale riservate del Pentagono e dei ministeri della difesa delle grandi potenze mondiali, ma non erano discorsi che noi potessimo udire. La Terza Guerra Mondiale ci ha talvolta fatto l'occhiolino anche dagli schermi cinematografici, ma per lo più era un tema caro a chi scrivesse e leggesse fantascienza. Adesso che la Terza Guerra Mondiale sta diventando cronaca, essa è diventata di tutti, ed ovunque - sui giornali, in televisione, per la strada - se ne inizia a parlare, e presumibilmente se ne parlerà anche di più in futuro. Che si tratti di un fuoco di paglia o di un autentico cataclisma, ciò che ha iniziato ad accadere a partire dall'11 Settembre 2001 è ormai per noi e per i posteri (se ci saranno) ufficialmente la Terza Guerra Mondiale. Scrittori di fantascienza e di spionaggio, siete avvisati: da oggi il vostro immaginario si dovrà concentrare sulla Quarta Guerra Mondiale, perché della Terza si potrà fare solo la cronaca o la storia.

La Terza Guerra Mondiale è anche la Prima Guerra Surreale, una guerra formalmente dichiarata a non si sa bene chi. E' buffo, o meglio, tragicomico. Abbiamo negli ultimi anni visto svariare guerre (contro l'Iraq, contro la Serbia) non dichiarate. Anziché la guerra si dichiarava infatti la Pace o le Cattive Condizioni Climatiche o le Prescrizioni del Medico (vi ricordate le famose Missioni di Pace, le Tempeste nel Deserto, le Operazioni Chirurgiche?), eppure il nemico era perfettamente identificato in un popolo o in una nazione o in un regime. Adesso che il nemico è un fantasma, perché non si sa chi sia né dove si trovi, gli si dichiara formalmente guerra. Se cinquant'anni fa qualcuno avesse scritto di uno scenario del genere, sarebbe stata considerata letteratura inverosimile.

L'attacco kamikaze alle torri gemelle del World Trade Center è il drammatico epilogo di una condizione di crescente disarmonia tra il Ricco Mondo Occidentale ed il Resto del Mondo Povero che è andata sempre aumentando negli ultimi decenni, alimentando l'insorgenza di fenomeni di estremismo fanatico organizzato. Ma questo è quello che probabilmente potreste leggere in questi giorni su qualsiasi giornale di qualsiasi nazione. Vediamo allora di dire qualcos'altro. Dopotutto, siamo o non siamo appassionati di fantascienza?

Che la Terza Guerra Mondiale si sgonfi rapidamente o meno (dopotutto, è o non è la Terza Guerra Mondiale un'invenzione mediatica? cioè in pratica un film?), una cosa è certa: il disastro dell'11 settembre 2001 ha dimostrato che un gruppetto di persone sufficientemente incazzate ed organizzate è in grado di mettere in ginocchio la più potente nazione della terra. Si tratta di un nuovo paradigma, del quale tutti in futuro dovranno per sempre tenere conto. Dovranno tenerne conto le grandi e potenti nazioni della terra che sino all'11 settembre 2001 si gongolavano nell'illusoria bambagia di una presunta invulnerabilità. E purtroppo ne terranno conto anche i disperati di Ovunque, che da tale tragico precedente potrebbero trarre ispirazione e determinazione a mettere in atto azioni similari o peggiori. Paradossalmente, la tragedia dell'11 settembre 2001 potrebbe nel tempo forzare la creazione di un mondo leggermente più giusto di quello attuale. Di fronte all'ipotesi concreta di immani tragedie, anche nelle più grosse teste di cazzo può fare capolino qualche barlume di buon senso. I popoli ed i leader del mondo occidentale non potranno più chiamarsi fuori dai problemi di popoli e nazioni diverse e lontane, e nel contempo il mondo mussulmano dovrà decidersi a fare piazza pulita del fondamentalismo islamico che gli cova in seno, se vorrà evitare quella Quarta Guerra Mondiale che probabilmente ne segnerebbe il destino. Questo è lo scenario ottimista. Non è detto che si avveri.