Prima dell’avvento della Tv, prima di Guerre Stellari, prima della nascita dei telefilm c’era Flash Gordon. No, non il fumetto, ma il serial cinematografico. Di cosa si tratta? Di veri e propri film spezzettati in tanti episodi (generalmente da dodici a diciotto) che si proiettavano nelle sale cinematografiche all’inizio del Novecento. Un genere cinematografico che faceva incetta a sua volta dei generi già codificati dalla letteratura di massa: western, rosa, fantascienza, avventura.

Sono anni in cui Hollywood – attraverso lo studio system, lo star system e i generi cinematografici – standardizza i processi di creazione, produzione e realizzazione delle pellicole: processi che in seguito verranno adottati anche dalla televisione.

I Supereroi dei fumetti americani, come Batman, Superman o Flash Gordon, si prestarono rapidamente al nuovo tipo di narrazione cinematografica che prese il nome di cliffhanger. Le brevi storie degli albi a fumetti fornirono la materia prima per questi cortometraggi di 15/30 minuti che venivano proiettati, settimanalmente, in coda ai film. Alla fine di ogni puntata, l’eroe di turno si ritrovava in una situazione in bilico tra la vita e la morte, tutto ciò solo per invogliare lo spettatore a ritornare al cinema la settimana successiva, cosa che puntualmente accadeva.

Budget al di sotto dello zero, scenografie povere e/o riciclate da altri set, intrecci-plot elementari e precotti (del tipo “l’eroe deve assolutamente ritrovarsi legato ed in pericolo di vita allo scadere di ogni puntata...”): la formula del cliffhanger era indubbiamente l'ideale per incantare lo spettatore medio americano.

Uno dei primi “eroi di carta” a compiere il grande salto nella celluloide è stato Flash Gordon, creato nel 1934 dal disegnatore Alex Raymond. L’omonimo serial era formato da tredici episodi in bianco e nero prodotti dalla major Universal per la regia di Frederick Stefani.

Una misteriosa cometa si avvicina minacciosa alla Terra. Il mondo intero è nel caos. Alcuni frammenti del corpo celeste colpiscono un aereo di linea con a bordo il campione sportivo Flash Gordon e la bella Dale Arden, un'occasionale compagna di viaggio. I due riescono a paracadutarsi fuori e ad atterrare nei pressi del laboratorio del professor Zarkov (Zarro nell'edizione italiana), uno scienziato alquanto bizzarro. Zarro minaccia i due con una pistola e li costringe a salire a bordo del suo razzo sperimentale. Destinazione: la cometa sconosciuta. Atterrati sulla sua superficie, i tre vengono catturati da misteriosi soldati e scoprono di trovarsi sul pianeta Mongo, regno del malvagio imperatore Ming. Lo scopo di Ming è quello di impadronirsi dell'intero Universo e per lui la Terra non è che un giocattolo insignificante.

Ha così inizio l'epopea di Flash e dei suoi compagni, destinato a frustrare i disegni del crudele Ming e ad imbattersi nelle razze e nelle creature più fantastiche del Cosmo: gigantesche piovre, draghi mostruosi, incredibili uomini falco, guerrieri arborei ed innumerevoli altre meraviglie.

Per il ruolo da protagonista venne scelto Larry “Buster” Crabbe, un ex campione olimpico di nuoto: il suo phisique du role gli assicurò un breve, ma intenso, periodo di notorietà.

Costato una cifra, per quei tempi, astronomica (a quanto pare 350mila dollari) Flash Gordon è stato il serial di fantascienza più popolare, anche se i dirigenti della Universal licenziarono il regista Stephani perché non aveva rispettato il budget di partenza.

Lo stesso papà di Flash, Alex Raymond, vi lavorò come consulente.

Il buon successo di questo primo ciclo autorizzò il varo di ben due sequel: Flash Gordon's Trip to Mars (Flash Gordon alla conquista di Marte, 15 episodi, 1939) di Ford L. Beebe e Robert Hill, e Flash Gordon conquers the Universe (Flash Gordon, il conquistatore dell’Universo, 12 episodi, 1940), sempre diretto da Beebe in coppia con Ray Taylor.