Appassionato di storia bizantina e maestro nel tratteggiare universi alternativi, Harry Tutledove ha unito le due passioni, fondendole in una serie di racconti il cui protagonista vive in un mondo parallelo dove Maometto non ha mai dato inizio all'Islam, diventando anzi un santo della chiesa ortodossa.

Le storie raccolte in Basil Argyros Agente dell'impero di Bisanzio sono pertanto fantascienza pura, nessuna creatura mitologica vi compare, le spade non sono magiche e non trasportano su altri mondi, la magia non funziona proprio, ma non per questo mancano azione e mistero.

I bizantini numeravano gli anni a partire dalla creazione dell'universo, che i primi cristiani pensavano avvenuta nel 5509 avanti Cristo, ecco spiegati gli strani titoli dei racconti, che rappresentano semplicemente l'anno in cui si svolge la storia.

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Nel primo racconto si narra di come un'invenzione di uno sciamano dell'orda Jurchen, nomadi che dalla Dacia minacciano i confini balcani dell'impero, porti sull'orlo della sconfitta l'esercito bizantino.

Basil riuscirà a ribaltare la situazione, impadronendosi dell'arma segreta, e per questo verrà promosso e impiegato come una sorta di agente segreto dall'efficientissimo servizio informazioni imperiale.

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Una grave tragedia colpisce Basil ma anche l'intera Bisanzio, un'epidemia di vaiolo falcidia la popolazione della capitale, portandosi via anche la moglie e il figlio dell'agente imperiale, che però riuscirà a superare il brutto momento, trovando una giustificazione per la perdita dei propri cari in un superiore disegno divino.

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Lasciati gli scenari di guerra e le epidemie Basil deve confrontarsi con un nemico forse più duro, una contesa sindacale con i costruttori del faro di Alessandria, che protestano per le pericolose condizioni di lavoro.

Oltre che con i lavoratori Basil è alle prese con un crescente impulso sessuale, che lo porterà a esperienze niente affatto soddisfacenti.

E' il racconto meno convincente dell'antologia, le premesse sono intriganti ma il finale poco convincente, troppo americano nell'applicazione della monetarizzazione del rischio.

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Nel mondo senza Islam i territori bizantini confinano a ovest con il regno dei Franchi, potenza emergente tenuta a bada grazie all'alleanza con l'Inghilterra, che non ha conosciuto l'invasione normanna ed è rimasta sassone, e proprio in Francia troviamo Basil impegnato a indagare su un mistero che potrebbe rompere l'equilibrio ai confini occidentali dell'impero.

Una storia serrata e appassionante, dove il nostro eroe sfodera doti di coraggio e ingegno davvero straordinarie, e alfine riesce a impadronirsi di una pericolosa invenzione.

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In questo racconto fa la sua comparsa il nemico più insidioso e intrigante per Basil, la bella Mirrane, spia dell'impero persiano, il principale antagonista dei bizantini a oriente.

Tra i due agenti nasce un rapporto di rivalità e amore, che si risolverà nell'ultimo racconto dell'antologia, che li vede uniti nel fronteggiare una minaccia proveniente dal Caucaso, dove le bellicose tribù del nord minacciano entrambi gli imperi.

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Solo conoscendo la sfrenata passione dei bizantini per le diatribe teologiche è possibile apprezzare appieno questo racconto, dove Basil si trova alle prese con gli iconoclasti, che predicano la distruzione delle immagini sacre, da loro ritenute blasfemi oggetti venerati al posto del vero Dio.

La disputa rischia di precipitare l'impero nella guerra civile, e forse qualcuno sta nascosto a soffiare sul fuoco.

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Il racconto conclusivo è anche il migliore dell'antologia, la minaccia stavolta arriva dai nomadi delle immense pianure settentrionali, e Basil dovrà allearsi con Mirrane, la sua principale avversaria, per debellare la minaccia.

Perfettamente a suo agio nella duplice veste di esperto di storia bizantina e maestro delle realtà alternative, Turtledove ci ha abituato a serie di lunghezza tendente all'infinito, ma nei relativamente rari libri "normali" riesce forse a raggiungere la perfezione.

I racconti di questa antologia sono infatti godibilissimi, l'assunto di partenza è intrigante, la conversione di Maometto al cristianesimo, avvenuta nel 610 dopo Cristo, si è risolta in un mediterraneo alternativo, dove l'impero bizantino non ha dovuto subire la grande cavalcata islamica, e ha mantenuto il controllo dei possedimenti mediorientali e nordafricani.

Normanni e Franchi a occidente, l'impero persiano, anch'esso sopravvissuto, a oriente e la costante minaccia barbarica a settentrione sono i pericoli che rendono comunque aspro e difficile il cammino ai bizantini, e qui si svolgono le avventure di Basil, soldato e spia, personaggio simpatico e credibile.

Assolutamente da non perdere per gli appassionati di storia bizantina e per chi ama gli universi paralleli, un Turtledove in forma smagliante che riesce a trasportare in un mondo che sarebbe potuto essere.