Meno solenne e più lento rispetto al suo fortunatissimo predecessore, Il mistero delle pagine perdute sembra soffrire di tutti quei mali che - in genere - affliggono i sequels hollywoodiani.

Non altrettanto ispirato e - sicuramente - molto meno divertente, il film, questa volta, non ha al centro un mistero riguardante i templari, bensì il complotto per uccidere il Presidente Lincoln.

Tra gli assassini sembrerebbe essere coinvolto anche Thomas Gates antenato dei personaggi interpretati da Jon Voight e Nicolas Cage nel primo film: due archeologi cacciatori di tesori di fama internazionale. L'unica maniera per scagionarlo è trovare un antico tesoro talmente ricco da potere consentire a chiunque di finanziare una guerra. Per farlo, però, sarà necessario forzare una scrivania a Buckingham Palace e la sua gemella conservata nello Studio Ovale del Presidente degli Stati Uniti. Quest'ultimo dovrà essere rapito dalla famiglia Gates per comunicare la locazione segreta dell'ultimo pezzo del puzzle.

Meccanico, non brillante, Il mistero delle pagine perdute risulta talora piuttosto noioso nonostante al cast originale si aggiungano attori del calibro di Ed Harris, Helen Mirren e Bruce Greenwood. Questo perché la storia del tesoro precolombiano nascosto negli Usa è sicuramente meno attraente tematicamente dei segreti dei templari e, soprattutto, perché la sceneggiatura sembra più stanca e assai meno ironica.

Non sono tanto i segreti archeologici a muovere l'azione, bensì l'onore della famiglia Gates che, ancora una volta, sembra essere messo a rischio dalla storiografia ufficiale. Peccato, però, che questo plot funzioni di meno del precedente e tutti e, soprattutto, i dialoghi risultino più ammanierati da 'jokes' discutibili, che ispirati dal racconto storico.

Una certa dose d'azione in più non supplisce alla mancanza di buone idee e il film scivola via, nonostante tutto, in maniera passabile, ma tutt'altro che memorabile.