Sci Fi Channel chiude un 2007 avaro di soddisfazioni e costellato da passi falsi sbancando l'audience con la miniserie Tin Man, rielaborazione in chiave moderna del celeberrimo Mago di OZ di Frank Baum.

Gli oltre sei milioni di telespettatori che sono rimasti incollati allo schermo per la prima puntata di questa miniserie in tre atti sono un risultato per certi versi storico ed entusiasmante per il canale tematico americano visto che di norma ottiene una media di meno di due milioni con i suoi prodotti di punta.

Tin Man miscela quella che è la base fantastico/fantasy del romanzo originale con elementi cari alla fantascienza come cyborg, ologrammi o tecnologie e atmosfere decisamente steampunk, ed è forse proprio questa la chiave dell'inatteso successo quella di essere riusciti a creare un vero e proprio crossover di generi.

Artefici di questo progetto sono l'inseparabile coppia Steven Long Mitchell e Craig W. Van Sickle che hanno firmato serie come Jarod il Camaleonte, She Spies e Alien Nation.

DG (Dorothy Gale) è una giovane e ribelle ragazza che, cavalcando una splendida Triumph 500 di oltre mezzo secolo fa, conduce suo malgrado un esistenza ordinaria e anonima tra il lavoro di cameriera in un caffè e la casa in una fattoria del midwest americano. La sua mente è però invasa da pensieri e sogni di una terra lontana, un mistico legame con la terra di OZ (Outer Zone) che presto si trasformano in realtà quando un tornado la catapulta nell'altra dimensione.

Ed è qui che le differenze rispetto al film del 1940 diventano stridenti: l'OZ di Fleming è il trionfo del colore (anzi del Technicolor) mentre quello di DG è un mondo grigio, cupo, il cui emblema è quello di una Central City quasi gotica e steampunk.

Ad interpretare DG c'è Zooey Deschanel che abbiamo già avuto modo di vedere nella Guida Galattica per autostoppisti.

Anche i compagni di viaggio di DG sono caratterizzati in maniera innovativa: l'uomo di latta non è più un buffo pupazzo ma un poliziotto (Neal McDonough) caduto in disgrazia per aver supportato la resistenza; quindi tin man assume un significato simbolico legato alla stella di latta da sceriffo che contraddistingue i poliziotti di Central City.

Nel ruolo di spaventapasseri che in questa versione è chiamato Glitch troviamo Alan Cumming, il Nightcrawler degli X-Men cinematografici. Il povero Glitch è un uomo con una cerniera lampo in testa e a cui è stato sottratto metà del proprio cervello a causa di qualcosa cui era venuto a conoscenza e rappresenta la spalla comica alle bizzare situazioni del telefilm.

Raw interpretato da Raoul Trujillo, e analogo al leone codardo, è una strana creatura dalle fattezze leonine dai poteri empatici e curativi.

Come nemesi di DG troviamo la bellissima Kathleen Robertson nel ruolo di Azkadellia che è equivalente alla Strega dell'ovest, da sottolineare la fantastica performance di quella che è ormai una vera e propria leggenda vivente del cinema americano, quel Richard Dreyfuss di Incontri ravvicinati di terzo tipo e Lo squalo nel ruolo di un devastato Mystic Man.

In conclusione si può dire che Tin Man sia un prodotto decisamente riuscito e ben realizzato, ma soprattutto che traccia perfettamente come una sorta di manifesto quella che è la nuova linea editoriale di SciFi Channel che prevede come chiave per il successo una fantascienza filtrata attraverso una dimensione fantasy.