Terza opera di Frederik Pohl pubblicata su Odissea Fantascienza, Il morbo di Mida è considerato un caposaldo della fantascienza sociologica, che negli anni cinquanta segnò la svolta tra l'ottimismo degli anni dell'immediato dopoguerra e la preoccupazione legata alla situazione  politica ed economica di un mondo in veloce evoluzione.

La storia narrata è quanto di più banale possa esistere, un matrimonio tra due persone appartenenti a differenti classi sociali, e i contrasti che sorgono quando uno dei due deve abituarsi a un tenore di vita molto più basso di quello a cui è abituato.

Ma ovviamente anche il consorte ha i suoi problemi, dovendo far quadrare un bilancio rigido, che non permette nessuna distrazione, e nel contempo cercare di arrampicarsi a un livello sociale che non lo faccia sfigurare di fronte all'altolocata famiglia del coniuge.

Una storia abbastanza trita, quindi, ma siccome siamo in un romanzo di fantascienza le cose non sono così scontate, nel mondo del futuro la produzione di beni, grazie al diffondersi dell'automazione, ha raggiunto un livello elevatissimo, e a nessuno mancano cibo, abitazione, vestiti e quant'altro sia necessario o superfluo.

Il problema è che la produzione deve essere consumata, e la ricchezza, nella società affluente descritta da Pohl, non consiste nel possesso di beni, ma nel poter consumare poco o nulla.

Per le classi povere, viceversa, case enormi, abbondanza di cibo e bevande, automi di servizio e quote stabilite da consumare sono un fardello quasi insopportabile.

Un controllo ferreo viene esercitato sui consumi, pene severe sono previste per chi spreca i beni assegnati, quai un peccato mortale, l'abbondanza si è trasformata in una maledizione, tanto che iniziano a comparire i primi movimenti di resistenza.

In questa utopia alla rovescia si muove il protagonista, Morey Fry, alle prese con una serie di problemi coniugali e lavorativi, stretto tra le esigenze del consumo e la scarsa dimestichezza della moglie Cherry con le quote mensili assegnate dall'Ufficio Nazionale del Razionamento.

Riuscirà Morey a salvare il suo matrimonio o le differenze sociali distruggeranno l'amore tra lui e Cherry?

Non a caso pubblicato su Galaxy, la rivista bandiera della fantascienza sociologica, Il morbo di Mida proietta nel futuro una tendenza in atto e arriva all'iperbole, esaminandone le conseguenze estreme.  

In questo tipo di fantascienza l'elemento fantascientifico non è esterno (l'invasione aliena o una nuova era glaciale) o dovuto all'ambientazione (lo spazio o il pianeta extraterrestre) ma legato agli sviluppi di una società non molto distante dalla nostra, che viene così messa sotto esame e criticata, spesso in modo feroce.

È evidente che una situazione come quella descritta nel romanzo è ancora ottimistica, quasi che l'autore non abbia rinunciato del tutto alla visione positiva del futuro, e anche abbastanza irrealistica, lo stesso Pohl scriverà in seguito di società che ci aspettano in modo ben più realistico e pessimista, si veda l'agghiacciante Un giorno alla Fiera della Lotteria (Spending a Day at the Lottery Fair, 1983) o l'ancora più amaro Una visita a Belindia, (A visit to Belindia, 1994).

Nonostante questo Il morbo di Mida risulta assolutamente irresistibile, il rovesciamento della realtà come noi la conosciamo rende la società descritta famigliare ma anche aliena, per esempio esiste ancora la terapia di gruppo, ma il gruppo è formato dagli psicologi, undici nel caso del povero Morey.

In effetti la vita per l'appartenente a una misera classe quattro inferiore, costretto a vivere in una casa di trentasei stanze e a lavorare un solo giorno alla settimana, non è affatto facile, e il solo modo per essere promossi a una classe superiore è rispettare le terribili quote di consumo.

Le disavventure e i piccoli problemi di ogni giorno del protagonista vengono descritti in modo magistrale da Pohl, e costituiscono la parte migliore del romanzo.

Meno convincente il finale, in linea con il tono leggero del racconto, mi piacerebbe comunque leggere una versione cupa di quest'opera, credo che sarebbe altrettanto affascinante dell'originale.

In definitiva Il morbo di Mida, oltre a essere un caposaldo della fantascienza, è un romanzo divertente anche a mezzo secolo dalla prima pubblicazione, consigliato indisceriminatamente a tutti, ottimo anche per chi non è appassionato al genere.

Nato a New York nel 1919 Frederik Pohl è considerato uno dei protagonisti della fantascienza a partire dagli anni quaranta sino ai nostri tempi.

La sua attività, sia come autore che come agente letterario e direttore di riviste, ha influenzato profondamente lo sviluppo del genere nel dopoguerra, capofila del movimento sociologico, graffiante critica al consumismo e alla pubblicità, ha ottenuto innumerevoli premi e riconoscimenti, tra cui possiamo ricordare il Grand Master Award, ottenuto nel 1992, tre premi Hugo per la narrativa, tre come direttore di rivista e due premi Nebula.

Ha pubblicato innumerevoli opere, sia in collaborazione con Cyril Kornbluth e Jack Williamson sia da solo, tra le più importanti possiamo ricordare I mercanti dello spazio (The Space Merchants, 1953, con Kornbluth), il ciclo delle Scogliere dello Spazio (con Williamson), quello degli Heechee, i romanzi Jem, costruzione di un'utopia (Jem, 1980)  e Uomo più (Man Plus, 1982).

Tra i racconti meritano un cenno Il tunnel sotto il mondo (The Tunnel under the World, 1954) e i vincitori del premio Hugo La riunione (The Meeting, 1972, con Kornbluth) e Il paradosso di Fermi (Fermi and Frost, 1985).