Napoletano trapiantato a Bologna, Massimiliano “Max” Brighel è uno degli editor della Panini Comics per le sezioni editoriali Marvel Italia e Planet Manga: è il curatore di L'Uomo Ragno, Spider-Man Collection, della rivista per bambini Spider-Man & Friends e di varie altre pubblicazioni.

È anche traduttore e saggista, e ha lavorato nel campo dell'editoria sin dal 1990. Da allora, Max ha collaborato con le più importanti case editrici italiane di fumetti e non (Fabbri Editore, Mondadori, Play Press, Panini Comics, Gruppo editoriale L'Espresso, Edizioni Master, Gazzetta dello Sport), prestando la sua consulenza sui fumetti per Activision, Upper Deck, il canale satellitare Planet, e le sale doppiaggio dei cartoni animati di Uomo Ragno, Vendicatori, Iron Man e del film Spider-Man.

Gestisce anche una’agenzia di traduzioni (il Max Studios), e scrive di cinema per DVD Magazine e Femme Fatale.

Gli abbiamo rivolto alcune domande, in quanto curatore anche dell'edizione italiana della miniserie principale di Civil War!

 

Perché secondo te Civil War ha riscosso un grande successo?

Devo dire che le parole “grande successo” devono essere prese con le pinze nell’attuale scenario dei comics americani: secondo una stima delle vendite di Diamond Comics, infatti, ciascuno dei sette numeri della prima edizione di Civil War ha venduto negli USA una media di 270 mila copie. Anche senza contare le ristampe e le edizioni straniere, questo è effettivamente un ottimo risultato nel mercato attuale, e penso che il merito sia innanzitutto del marketing della Marvel USA, che è riuscito a pubblicizzare/valorizzare nel modo giusto la splendida storia di Mark Millar & Steve McNiven. In Italia, pur non essendo quasi mai riuscita a scalzare L’Uomo Ragno e Rat-Man dal podio dei comics più venduti in quei mesi, mi sembra comunque che Civil War abbia coinvolto molti lettori che in precedenza non si erano mai avvicinati ai fumetti americani. Tutti lo hanno giustamente visto come un punto ideale per iniziare a leggerli.

 

Che significato ha Civil War per la Marvel e che conseguenze porterà nell'universo supereroico?

Civil War ha totalmente scosso le fondamenta dell’Universo Marvel, cambiando lo status quo di tutti i superesseri, che adesso si dividono tra registrati e non registrati. La conseguenza immediata è che alcuni supereroi adesso sono vigilantes ricercati dalla legge, e vari supercriminali (per esempio, i Thunderbolts) sono al servizio del governo. Dopo l’Atto di registrazione dei superumani, l’Universo Marvel deve adesso fare i conti con “l’Iniziativa dei cinquanta stati” promossa da Iron Man secondo cui ogni stato americano avrà un suo gruppo di supereroi responsabile e addestrato secondo tutti i crismi.

 

Civil War può essere definita una saga "politica" e, in tal senso, più realistica?

Politica, sì poiché i temi affrontati riecheggiano quelli attuali (la pena di morte, il terrorismo, i maltrattamenti compiuti dai soldati americani ai danni dei loro prigionieri politici; il clima di guerra civile che si respira in Iraq; la cosiddetta Real TV, che talvolta arriva a mostrare la morte in diretta, e anche la perdita della privacy post 11 settembre). Realistica fondamentalmente no, perché stiamo comunque parlando di divisioni e diverbi tra

superumani.
 

Non ti chiediamo per chi hai tifato, ma quali personaggi, secondo te, sono emersi da questa saga, nel senso che hanno mostrato un lato del loro essere supereroi finora tenuto nascosto?

Tantissimi, a cominciare da Speedball, che ha dimostrato di essere così maturo da assumersi la colpa dell’intera strage di Stamford; per proseguire con l’Uomo Ragno, il quale ha trovato di rinunciare alla sua identità segreta per sponsorizzare una legge in cui inizialmente credeva: l’Atto di registrazione dei superumani.

 

Negli ultimi anni molti supereroi sono stati "trasportati" sul grande schermo: cosa ne pensi del fenomeno e, secondo, può esserci stato un certo numero di persone che si è avvicinato al fumetto dopo aver visto i film?

La risposta è unica: di questo fenomeno penso ogni bene possibile proprio perché è riuscito ad avvicinare o riavvicinare alcune persone ai fumetti di supereroi. Inoltre, tra i vari film, ci sono anche gemme come Hulk di Ang Lee, che pur essendo lontanissimo dai fumetti, è un esempio di grande cinema al servizio dei supereroi. Per quanto forse non sia il migliore, perché ha senz’altro dei difetti, certamente è uno dei più riusciti a livello di regia e forse il migliore come recitazione.

 

Quali sono i tuoi prossimi progetti come editor della Panini?

Oltre ai periodici Spider-Man Collection e L’Uomo Ragno, ho appena iniziato a curare due crossover che leggerete alla fine dell’inverno nel 2008: Annihilation Conquest e World War Hulk. Nel primo, una nuova minaccia galattica sconvolge l’universo richiedendo l’intervento di eroi cosmici poco conosciuti come Nova, Starlord, Quasar e Wraith e, nel secondo, il Golia Verde torna sulla Terra per vendicarsi di coloro che lo hanno esiliato nello spazio.