Halo 2

Halo ha contribuito in modo determinante al successo della neonata console Xbox, prima di passare ai monitor dei PC, e la sua modalità in multiplayer ha codificato un modo alternativo di giocare in rete. L’idea di un seguito era pertanto naturale, e comunque annunciata fin da subito dalla stessa Microsoft. Ma aldilà degli aspetti commerciali legati allo sfruttamento di un marchio, è parso subito chiaro che l’intenzione degli sviluppatori di Bungie Software era quello di creare una vera e propria epopea. Halo 2, uscito nel novembre 2004 quasi in contemporanea mondiale, amplia e approfondisce la trama con riferimento alla società e all’organizzazione dei Covenant, ma soprattutto alle loro motivazioni. Nel 2001, in epoca di massima incertezza globale, il semplice confronto tra UNSC-occidentali buoni e Covenant-terroristi cattivi era ciò che serviva a rappresentare lo spirito dei tempi. Tre anni dopo la riflessione si fa più approfondita, le esperienze dell’invasione dell’Afghanistan e la guerra in Iraq generano dubbi sulle effettiva dimensione del fenomeno, spingono a ritenere l’Islam non più un monolite granitico, quanto piuttosto una galassia composita in cui l’interpretazione radicale degli Ayatollah sciiti ha preso il sopravvento su un sentire popolare

che appare sorprendentemente non così lontano dal nostro. La trama di Halo 2 risente di tutto questo, e continua a scorrere sul doppio binario di ispirazione realtà-fantascienza. Sul versante strettamente fantascientifico la vicenda viene ampliata con la scoperta dei sette anelli sparsi per la galassia, la cui origine e scopo viene meglio definita; con l’approfondimento sulla razza dei Precursori e il loro collegamento con l’umanità. La battaglia si sposta in parte sulla Terra, dove tra le città africane si nasconde un meccanismo in grado di controllare tutti gli Halo della galassia. Ma è sul versante Covenant che si palesano le novità più interessanti. La gerarchia sociale dei vari gruppi alieni viene meglio spiegata, diventa centrale il ruolo dei Profeti, capi politici e spirituali le cui motivazioni appaiono meno legate al sentimento religioso di quanto si potesse immaginare, gli stessi Flood passano da semplici parassiti divoratori di anime a razza evoluta dotata di intelligenza collettiva, espressa dalla Mente Suprema. Con l’introduzione dell’Eresia, cioè la frattura tra diverse visioni religiose, la similitudine con il mondo reale diventa marcata. La guerra civile tra Brute ed Elite somiglia pericolosamente alla lotta intestina tra le fazioni di Hamas e Al Fatah, e alla più generale suddivisione del mondo islamico tra la visione radicale sciita e quella moderata sunnita.Il ritorno all’epopea del poema omerico si ottiene attraverso l’introduzione della figura cardine dell’Arbiter. Si tratta di un nobile comandante Elite, ingiustamente accusato di eresia da alcuni Profeti e che altri Profeti liberano ponendolo a capo della fazione ribelle (in realtà per scopi nascosti). La presenza dei due eroi, Master Chief e Arbiter, ripropone il dualismo epico che fu già di Achille ed Ettore, i protagonisti dell’Iliade: due nobili principi guerrieri che hanno dedicato l’esistenza agli ideali del coraggio, del sacrificio e dell’abnegazione, e che
solo il capriccioso volere degli déi mise uno contro l’altro. Nel gioco i due inizialmente si affrontano, ma anziché terminare la sfida nel sangue decidono di allearsi contro i nemici comuni, i Brute e i Flood, e riportare l’ordine e la pace nella galassia. Si tratta di un salto culturale non da poco, evidenziato dal fatto che i giocatori interpretano entrambi i personaggi (anche se non contemporaneamente). Non si tratta solo dell’applicazione del detto “il nemico del mio nemico è mio amico”. In Halo 2 emerge una visione differente del cosiddetto “altro”, tesa a trovare i punti di convergenza più che quelli di divisione. Il nemico rimane, perché alla fin fine si tratta di un sparatutto, ma resta anche un senso di soddisfazione interiore, la consapevolezza che l’uguaglianza tra diverso e ostile non è sempre rispettata. Halo 2 sconvolse il mondo dei videogame, stracciando ogni record di vendite e diventando la killer application della console Microsoft. La versione multiplayer rimane a tutt’oggi l’fps più giocato di internet, grazie alle innovazioni introdotte. Ad esso la furbizia strategica di Microsoft ha affiancato lo sviluppo di Xbox Live, un marketplace dedicato tramite il quale i possessori di console potevano condividere esperienze e acquistare e scaricare nuovi contenuti, estendendo la longevità dell’avventura praticamente all’infinito. In tutto ciò stride la scelta di Microsoft, francamente poco comprensibile, di rendere disponibile una versione per PC soltanto all’inizio del 2007, e solo per i possessori del nuovo sistema operativo Windows Vista, scelta che ha oggettivamente tarpato le ali alla diffusione del gioco anche sui personal computer.